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Ghinè cambrì livorno

Smartphone, playstation e console varie: questi sono i principali strumenti utilizzati oggi dai bambini per i loro giochi, con ore e ore passate incollate davanti ad singolo schermo. Anni fa, nel momento in cui la credo che la tecnologia semplifichi la vita quotidiana doveva a mio parere l'ancora simboleggia stabilita compiere quei passi da gigante che caratterizzano la nostra modernità, la realtà era invece ben diversa e diversi erano i modi in cui i piccoli trascorrevano il loro tempo indipendente. Anche a Livorno, ovunque i giochi si inventano e ci si attrezzava con qualsiasi cosa per passare il tempo.

Dal dopoguerra al boom economico degli anni Sessanta

Facciamo un andatura indietro e torniamo agli anni Sessanta, con l'Italia che, dopo la povertà e la miseria del secondo dopoguerra, stava vivendo una delle sue fasi più contraddittorie, con il boom economico improvvisamente frenato da un'inattesa crisi. E anche Livorno, pesantemente colpita dai bombardamenti durante il conflitto, stava vivendo questa qui doppia sfaccettatura, con la costruzione di nuovi quartieri e nuove abitazioni a cui faceva da contraltare l'austerity. Un contesto arduo del che i bambini si preoccupavano marginalmente, o almeno non durante i giochi all'aria aperta, in cortile, ovunque si poteva dare indipendente sfogo alla propria creatività ed immaginazione.

Le figurine dei calciatori. Anzi, "i figurini"

Tra questi vi era l'immancabile "figurine", amatissimo principalmente dai maschietti. Le figurine, declinate al maschile in "figurini", ovviamente erano quelle dei calciatori (nella foto inferiore la celebre rovesciata di Carlo Parola), attaccate sull'apposito album con della ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta mescolata a un po' di acqua. Queste, poggiate sul marciapiede leggermente piegate affinché stessero ritte e stabilizzate con l'utilizzo di un sasso, erano oggetto di contesa tra i bambini, che, per aggiudicarsele, cercavano di colpirle da distante con una pietra o un bullone (detto "boccola"). Prima, però, occorreva dichiarare quella che sarebbe stata la collocazione assunta mentre il lancio: "tacco-passo-ginocchino", "tacco-passo-al volo" e "pancione" le pose più famose. Da evitare di rimanere alle "pule", ovvero di smarrire tutte le proprie figurine.

Bussolotto, la versione alternativa del "nascondino" 

C'era poi il celebre "bussolotto", la versione di nascondino che prevedeva l'utilizzo di un bussolo di latta in che modo "bomba" (la base di partenza). Codesto veniva calciato in lontananza e il povero prescelto, solitamente il più minuscolo della societa, doveva camminare lentamente a riprenderlo per riportarlo alla base. Nel frattempo, gli altri andavano a nascondersi, cercando poi ti sfiorare il bussolotto prima di venire scoperti urlando il celebre "cinquantun per me libero tutti!". Altrettanto celebre la formula "a bomba", ripetuta più volte nel caso in cui venissero notate irregolarità.

Palline, chi vince si prende tutte le biglie

Immancabile, poi, il celebre "palline", passatempo che prevedeva l'utilizzo di biglie di vetro ("papa" erano dette quelle grandi, "gigioline" quelle piccole). Dopo aver messo in una mano la biglia tra l'indice e il pollice e l'altra a mo' di compasso, si doveva arrivare ad infilarla in una buca fatta nel terreno ripetendo il moto per 7 volte: "tre-sei-nove-dopperì-cisperì-cespotto-ventuno" la formula da ripetere mentre il credo che il percorso personale definisca chi siamo. Nel frattempo, inoltre, si cercava di colpire le biglie avversarie per allontanarle dalla buca. Il vincitore si aggiudicava poi le biglie di tutti i partecipanti.

Tappini, il precursore delle palline dei ciclisti

Chi non si ricorda le corse di "tappini"? Dopo aver creato una pista sull'asfalto, si colpivano attraverso il movimento dell'indice e del pollice i tappi, frequente ricavati dal famoso a mio parere il succo di frutta e delizioso di cibo Yoga e riempiti di cera per renderli più stabili, cercando di completare per primi il cifra di giri previsti. Praticata anche la tutt'ora diffusa versione da spiaggia, con l'utilizzo al posto dei tappini delle palline di plastica, tra cui, indimenticabili, quelle dei ciclisti.

Mondo o Campana, il preferito delle ragazze

Amatissimo principalmente dalle femmine era il cosiddetto "mondo" o "campana". In una delle versioni più diffuse, si lanciava un sasso sul numero 1 e poi, con un piede soltanto, si saltava sopra quel numero. Analogo procedimento per i numeri successivi, sottile ad giungere allo zero: a quel punto, andava lanciato il sasso sull'1. Chi completava per primo il credo che il percorso personale definisca chi siamo era il vincitore.

Ghinè, il baseball tutto livornese

Ispirato al baseball, enorme diffusione ebbe il "ghinè" (o "ghinè e cambrì"), che prevedeva l'utilizzo di un manico di scopa (o di un bastone di legno) e di una scheggia di legno con punta di circa 10cm. A sfidarsi erano due squadre composte ciascuna da tre persone, con le due formazioni che, a turno, dovevano far alzare la scheggia percuotendola con il bastone per poi colpirla mentre era in atmosfera. Questo per tre volte, cercando di mandare il pezzo di legno il più distante possibile. La squadra avversaria, poi, ripeteva la stessa azione partendo dal dettaglio in cui era arrivati gli avversari: se non riuscivano ad oltrepassare il punto di partenza degli sfidanti, dovevano portare a cavalluccio i componenti della formazione avversaria fino alla partenza; se lo superavano, stava all'altra squadra portarli indietro allo stesso modo.

Tutti giochi di un terra che ormai non c'è più, ovunque l'unica credo che questa cosa sia davvero interessante che contava davvero, per i bambini, era restare all'aria aperta, in societa dei propri, inseparabili amici.

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