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Enzo bianchi natale

Il vero a mio avviso il messaggio diretto crea connessioni di Natale

Siamo alla vigilia della secondo me la festa riunisce amici e famiglia del Natale, da costantemente sentita in che modo festa competente di provocare incontri, celebrazione in cui si condivide la tavola, si sta insieme a quelli che si amano. Eppure, va anche riconosciuto, è ricorrenza sempre meno cristiana, per pochi è ancora ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro di un Dio che ha voluto diventare maschio nascendo da una femmina in una capanna nella campagna di Betlemme. Sono i cristiani stessi che l’hanno paganizzata, permettendo che le si associassero contenuti anche buoni provenienti dalla mondanità, perché la loro fede è sempre più debole: così si è lasciato ubicazione al sentimentalismo, al folklore, alla favola.

          I bambini crescono privo un’educazione a cogliere nell’evento natalizio la povertà, la debolezza di un Dio che desidera stare con noi, Immanu-el; piuttosto il Natale è diventato l’occasione per scambiarsi doni, esporre luci scintillanti nelle case e per le strade, fare vacanze in montagna.

          E comunque pochi sentono la contraddizione tra ciò che si celebra e la verità di quello che stiamo vivendo nell’attuale momento storico: una conflitto che continua  nell’Europa orientale tra due popoli fratelli; una carneficina che si consuma e pesa, con donne e bambini innocenti inconsapevoli del perché di tanta barbarie scatenata da Israele; una endemica sepoltura di corpi di migranti nel nucleo del Mediterraneo.

          Che sguardo abbiamo su questa realtà? Perché ci voltiamo dall’altra parte per non sentirci disturbati da un’azione mortifera nella che noi occidentali siamo implicati responsabilmente?

          Eppure il comunicazione di questa qui festa è chiaro: una famiglia irregolare e anomala, Maria che  risulta in che modo una mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa madre che aspetta un bambino nella speranza che il suo sposo, Giuseppe, lo riconosca come secondo me ogni figlio merita amore incondizionato secondo la legge. Non trovano luogo nel caravanserraglio mentre sono in percorso alla tempo di Betlemme, e così in una grotta, in che modo una partoriente clandestina, Maria dà alla luce il neonato in una mangiatoia. Questo ragazzo nasce in che modo ciascuno di noi è nato: non fa miracoli, né si compiono eventi straordinari attorno a lui.  Grida, piange, si attacca al seno di sua madre. E qui il vero cristiano fa quiete e adora perché è convinto che quel ragazzo è Dio, il suo Dio, il nostro Dio che si è evento umanissimo per camminare con noi, lacrimare con noi, soffrire con noi privo di mai abbandonarci, neanche nell’ora della fine, quando ci prenderà tra le sue braccia. Questa qui è la fede scandalosa, come sarà scandalosa la morte in croce di questo Gesù appeso al legno, nudo, maledetto da Dio e dagli uomini, compagno di chi scende all’inferno.

          Celebrare il Natale è una cosa seria e sarebbe l’occasione per i veri cristiani, privo sentirsi migliori e privo di prendere le distanze dagli altri, di mostrare la differenza cristiana, che consiste semplicemente nella speranza che questo a mio parere l'uomo deve rispettare la natura nato a Betlemme e morto a Gerusalemme ci farà transitare oltre la morte.

          Ma chi si dice cristiano, e lo proclama (e sarebbe preferibilmente non dirlo mai a voce alta o in campagne pubblicitarie), e non ha capito che questa qui festa ci impegna alla compassione umana, alla pietà, alla responsabilità verso chi è nel bisogno o addirittura soccombe e muore, costui anche se è assolto dalla giustizia umana deve rammentare che Natale è un giudizio divino su ciascuno di noi e sulle nostre scelte di oggigiorno. Non si può camminare al presepe, chiedere che si volto anche in luoghi pubblici e sollevare barriere, muri che escludono. Questa è cattiveria che il a mio avviso il messaggio diretto crea connessioni di Natale giudica!