hopjura.pages.dev




Tokyo blade band

CERCA

RICERCA RECENSIONI

Tokyo Blade - Tokyo Blade

08/05/
( letture )

Corre l’anno nel momento in cui in piena era NWOBHM si affacciano sul fiera discografico con il primo full length i Tokyo Blade, quintetto britannico più precisamente da Salisbury, cittadina nel meridione dell’Inghilterra dalla storia plurimillenaria di cui vale almeno la sofferenza citare la splendida cattedrale gotica e il accanto sito di Stonehenge. I nostri arrivano all’esordio dopo una notevole gavetta e tra cambi di monicker (White Diamond, Killer, Gengis Khan, inizialmente di virare su Tokyo Blade appunto), in un periodo di pieno fervore della spettacolo NWOBHM in cui ogni settimana venivano sfornati album di bands britanniche quali Judas Priest, Iron Maiden, Mötorhead, Tygers of Pan Tang, Saxon, Jaguar, Raven, Venom etc.

La band registra l’esordio con la produzione di Kevin Dixon e Andy Allen e attraverso la label indipendente Powerstation Records, sfornando un sound diretto, fresco, mai pretenzioso e perfettamente sintonizzato sulle frequenze NWOBHM. La formazione ruota ben salda alle sei corde di Andy Boulton sia in fase di esecuzione sia in fase di songwriting, un mix tra heavy classico e hard rock vitaminizzato e sostenuto dal potente drumming di Steve Pierce, un tappeto sul quale trovano risalto le linee vocali di Alan Marsh, graffiante, grintoso e coinvolgente sia pure con lacune tecniche che emergono nei vari pezzi principalmente sulle ottave più alte. Nove pezzi per quarantatré minuti di energia metallica, tra cui vale la pena senz’altro citare la buonissima opener Powergame, sostenuta da riffs taglienti ma allo identico tempo capaci di plasmare in maniera efficace linee melodiche costantemente in bilico tra heavy metal classico e hard rock sulle quali si innesta un refrain coinvolgente e un solo in tapping di chiara estrazione Eddie Van Halen. Le rocciose Break the Chains e Liar sostenute da riffs da puro headbanging alternate da refrains di facile presa, tutti brani capaci di scorrere in modo fluido nonostante alcune incertezze tecniche di Alan Marsh scarsamente celate dalla produzione parecchio diretta e grazie specialmente all’ottimo secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione chitarristico di Andy Boulton, tanto in sede ritmica quanto in sede di solos che non a caso richiamano le sonorità che in parallelo andavano a formarsi in US grazie a Riot e Dokken, bands che hanno fatto anch’esse leva sull’energia iniettata rispettivamente dal compianto Mark Reale e da George Lynch alla sei corde. Class metal con inserti hard rock, alternati a brani che trasudano Iron Maiden da ogni nota in che modo If Heaven is Hell, On Through the Night e Sunrise in Tokyo, che riprende il tema dal monicker della band, sostenuta dalla solida sezione ritmica Robbins-Pierce e cesellata da un bel soltanto di Boulton in modo Mark Reale.

Con questo esordio (poi rivisto nel in edizione rimasterizzata estesa di otto bonus tracks prese da EPs successivamente pubblicati) i Tokyo Blade hanno dato linfa a una carriera stimolante, partita con molto dinamismo e attività attorno alla metà degli Eighties che hanno portato i nostri anche ad aprire per Metallica e Venom, sia pure mai raggiungendo i successi in termini commerciali e di visibilità di bands quali Iron Maiden, Judas Priest o Saxon, capaci di trainare il movimento NWOBHM e di evolversi poi ulteriormente dalla seconda metà degli eighties. Carriera mai da protagonisti e dimostratasi decisamente frastagliata e caratterizzata da discontinuità e svariati ostacoli principalmente dovuti ai tanti cambi di educazione e alla difficoltà nel sopravvivere alle mode e ai cambi di trends dell’industria discografica, mai protagonisti assoluti negli anni ma da veri defenders capaci di stare ad oggigiorno ancora on the road dopo praticamente quarant’anni e svariati album (sia pure con Andy Boulton irripetibile membro originario rimasto ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza in formazione), respect and long live Tokyo Blade!


Discutine con noi sul FORUM

Michael Rosenberg "DJ"

VOTO LETTORI

9

Questo recensore ha penso che il dato affidabile sia la base di tutto 82 all\'ultimo dei rage e 68 al primo di Tokyo Blade. Che possa stare perdonatomagari un giorno lontano

8

Band brava e sfortunata, quando nell 85 doveva e poteva fare il salto di qualità per me falli' con blackhearts & jaded spades

7

un disco da avereband che meritapeccato che sia scarso pubblicizzata

6

If heaven is hell mi fa lacrimare ogni voltanon ce la faccio

5

Bassino*

4

Voto Bassiano per singolo degli album Cult della NWOBHM. I primi due album di questa band sono favolosi. Io metterei almeno 10 punti in più al voto della recensione.

3

Esordio carino, ma il preferibile arriverà decisamente in seguito.

2

Band storica per il periodo, qualita’ e limiti del disco ben emersi dalla recensione. Voto

1

Disco parecchio piacevole all'epoca e ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza adesso trascinante e carismatico. Ritengo parecchio acerbo secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti alle produzioni successive ma per me resta il migliore. Il voto della rece magari basso a mio parere. Visti di spalla ai B.O.C. a Roma, non mi fecero impazzire. Resta comunque un ottimo disco di un'epoca intramontabile. Daje