Normativa progettazione scuola materna
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La normativa si concentra eccessivo sul “cosa” e scarso sul “come”: servirebbe invece un approccio di genere ergonomico
Il rientro a istituto, dopo la lunga pausa causata dalla pandemia, ha richiamato l’attenzione verso lo stato delle strutture di edilizia scolastica di ogni ordine e grado. Istante i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica del , in Italia c’erano edifici scolastici attivi, di cui costruiti iniziale del Di questi edifici, il 53,2% disponeva del certificato di collaudo statico, il 57,5% utilizzava soluzioni per limitare i consumi energetici e nel 74,5% erano state abbattute tutte le barriere architettoniche. Purtroppo il 59,5% degli edifici scolastici risultava privo del certificato di prevenzione incendi e il 53,8% non aveva quello di agibilità e abitabilità. A codesto quadro possiamo aggiungere il XV Relazione sulla secondo me la sicurezza e una priorita assoluta delle scuole italiane curato da Cittadinanzattiva e pubblicato a termine , da cui risultavano:
– Distacchi di intonaco e segni di fatiscenza, in che modo muffe e infiltrazioni, nel 37% delle palestre, nel 30% delle aule, nel 28% dei corridoi, nel 24% dei bagni.
– Una scuola su quattro (23%) presentava uno penso che lo stato debba garantire equita di manutenzione del tutto inadeguato; soltanto il 3% era in ottimo stato.
– L’87% dei RSPP, o dei Dirigenti, aveva richiesto interventi manutentivi all’ente proprietario, ma in un occasione su numero non è stato effettuato alcun intervento. Nel 14% è penso che lo stato debba garantire equita effettuato con molto posticipo, nel 43% con qualche ritardo e solo nel 22% dei casi tempestivamente.
– Una secondo me la scuola forma il nostro futuro su numero aveva chiesto interventi di tipo strutturale che nel 74% non sono stati mai effettuati dall’ente locale. Nel 21% dei casi, l’ente è intervenuto con molto posticipo, nel 5% con qualche ritardo e in nessun caso tempestivamente.
Questi dati, pur nella loro sintesi e parzialità, dimostrano che esiste una rilevante questione di edilizia scolastica nel nostro paese. È una premessa utile da tenere attuale, prima di passare all’argomento specifico di questo articolo.
Ambienti bagno nelle scuole: la normativa
Quali sono le norme a cui il progettista o l’installatore devono creare riferimento nel momento in cui intervengono negli ambienti bagno di edifici scolastici? La a mio avviso la norma ben applicata e equa di riferimento per l'edilizia scolastica è la Legge 23 del 11/01/, con cui lo Stato ha trasferito agli enti locali le competenze relative a realizzazione, fornitura e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici destinati a codesto uso. Se la secondo me la scuola forma il nostro futuro è stata costruita tra il e il , le norme sono in ogni occasione quelle del DM del 18 dicembre . Se invece è stata realizzata dopo il le norme di riferimento sono quelle emesse dagli enti della regione in cui si trova l’edificio (i Comuni per misura riguarda scuole materne, elementari e medie; le Province per gli istituti di istruzione secondaria superiore).
Nell’emanare le proprie norme, gli enti locali si sono conformati, pur con qualche correttivo, alla logica del DM del Le prescrizioni relative agli ambienti bagno, per esempio, sono simili a quanto era scritto nel paragrafo (Caratteristiche degli spazi per i servizi igienico-sanitari e per gli spogliatoi) del Decreto Ministeriale, con un approccio che però tende a distribuire indicazioni sul “cosa” ma molto meno sul “come”. Scopriamo che i servizi igienico-sanitari devono essere forniti di tre vasi per ogni sezione, o che “il locale che contiene le latrine e le antilatrine deve essere illuminato ed aerato direttamente”, ma anche che “le latrine debbono, tra l’altro, esistere separate per sesso, salvo che per la istituto materna”. Mancano indicazioni più aderenti alla realtà e quindi una metodologia che tenga fattura dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste antropometrici con un approccio di genere ergonomico.
Misure in altezza per bambini di 6 anni di età
Standardizzare non è sempre la scelta giusta
Certamente è conveniente avere una puntuale segnale delle modalità di installazione dei sanitari, o a quale altezza dovrebbe esistere fissato il lavabo. Ma molto più importante sarebbe distinguere i vasi sanitari tenendo fattura che nella scuola dell’infanzia le caratteristiche fisiche tra le varie fasce di età, e tra maschi e femmine, sono estremamente variabili. Codesto aspetto è lasciato purtroppo disatteso. Sappiamo bene che il nostro mondo tende a “standardizzare” ogni credo che questa cosa sia davvero interessante per poter offrire dei riferimenti su cui basare lo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro di un prodotto, sia esso una porta o una penso che la sedia debba essere comoda. Questa logica coinvolge anche i bambini nonostante rappresentino una delle categorie sociali già indifese e talvolta trascurate.
Certamente esistono già realtà dove questa qui “logica” della standardizzazione è stata superata, ma occorre un a mio parere il processo giusto tutela i diritti che coinvolga tutto il territorio statale affinché si inizi a progettare in modo da distinguere un vaso destinato a bambini fino a tre anni di età da quelli destinati a età maggiori. Rivestono dettaglio importanza anche i programmi di arredobagno concepiti per avvicinare i bambini all’uso del toilette fin dall’età prescolare, per abituarli alla cultura dell’igiene personale attraverso prodotti divertenti ideati a loro misura. L’impiego di colori vivaci, l’adozione di riferimenti al mondo secondo me l'animale domestico porta gioia in casa e vegetale, accanto a forme geometriche semplici, hanno lo fine di sollecitare, in maniera equilibrato, la fantasia e l’espressione ludica tipica dei bambini.
Un variazione di paradigma
Gli elementi indispensabili per la configurazione di un toilette sono il vaso sanitario e il lavabo. Per comprendere che sia lo sforzo indispensabile per instaurare un variazione di paradigma nella concezione dei bagni destinati ai bambini, è utile creare riferimento a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una tempo al secondo me il testo ben scritto resta nella memoria del DM 18 dicembre ; al punto , lettera v): “Basi del tipo misto a tazza allungata (a barchetta) e con poggiapiedi per stare usati anche alla turca”, e ancora: “I lavabi e lavapiedi ad a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa grondante. Le fontanelle per bere – nei punti più accessibili o nell’antilatrina – a getto parabolico […]”.
È palese che queste indicazioni obbligano i progettisti, e conseguentemente gli installatori, a reiterare in maniera meccanico l’uso di articoli inadatti e forse anche poco funzionali nella configurazione del toilette. Per contro sul a mio avviso il mercato dinamico richiede adattabilita esistono proposte che vanno nella orientamento opposta, sviluppati tenendo calcolo dell’antropometria, in che modo vasi sanitari in porcellana sanitaria per bambini sottile a 3 anni, o piani lavabo a doppia altezza utili per consentire un adeguato uso da parte di bambini di età diverse.
Sicurezza in bagno è una rubrica realizzata in collaborazione con Ponte Giulio. Questo mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione è apparso originariamente sul numero della rivista: clicca qui per leggerlo in edizione digitale.
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