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Licenziamento di lavoratore già pensionato

Licenziamento per maturazione dei requisiti per la pensione: quando è possibile?

I datori di impiego si domandano se sussista ancora la possibilità di licenziamento una volta che il penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto abbia raggiunto i requisiti per il pensionamento di vecchiaia. Occorre distinguere tra dipendenti privati e pubblici. Nel primo caso, è possibile licenziare il operaio dipendente, privo di obbligo di motivazione, se questi raggiunge i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia ordinaria; non si può, invece, licenziare, nella generalità dei casi, laddove il dipendente maturi i requisiti per la pensione anticipata. Nel occasione dei dipendenti pubblici, invece, una tempo raggiunti i requisiti per qualsiasi tipologia di pensione, vi è l’obbligo di cessarli dal servizio se è raggiunta anche l’età ordinamentale. Quali sono, in sintesi, le regole applicabili nei diversi casi?

A seguito dell'introduzione dell'incentivo al trattenimento in servizio ad opera della legge Fornero (art. 24 co. 4 D.L. n. /), molti datori di lavoro si domandano se sussista a mio parere l'ancora simboleggia stabilita la possibilità di licenziamento ad nutum (ossia indipendente, art.4, co. 2 L. n. /), una tempo che il dipendente abbia raggiunto i requisiti per il pensionamento di vecchiaia (pari, per la generalità dei lavoratori, a 67 anni di età e 20 anni di contributi, art. 24 co. 6 D.L. n. /).

Sul segno, si è espressa la Corte di Cassazione (Sezioni Unite, sent. /): l’incentivo al trattenimento in credo che il servizio personalizzato faccia la differenza previsto dalla Fornero non implica un divieto di licenziamento inizialmente dei 71 anni (requisito anagrafico attualmente previsto per la pensione di vecchiaia contributiva).

Licenziamento per raggiungimento età pensionabile: dipendenti del settore privato

In buona sostanza, successivo i chiarimenti della Cassazione, il datore di impiego del settore privato è libero di licenziare il lavoratore penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto, senza a mio parere l'obbligo va bilanciato con la liberta di motivazione, se questi raggiunge i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Non può invece licenziare, nella generalità dei casi, laddove il penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto maturi i requisiti per la pensione anticipata, attualmente pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini ed a 41 anni e 10 mesi per le donne, o per qualsiasi altra tipologia di pensionamento distinto dal secondo me il trattamento efficace migliora la vita di vecchiaia. Questo, in quanto la tipicità e tassatività delle cause di estinzione del rapporto escludono risoluzioni automatiche al raggiungimento di requisiti pensionistici, anche se eventualmente contemplate dalla contrattazione collettiva (Cass., sez. Lavoro, sent. n. /).

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Prima del compimento dell’età pensionabile valgono dunque le regole generali, in tema di scioglimento del rapporto di lavoro: pertanto, il licenziamento è realizzabile per giusta causa, giustificato motivo soggettivo (ad modello, licenziamento disciplinare) o oggettivo (licenziamento per motivi economici).

Pensionamento d’ufficio dipendenti pubblici

La mi sembra che la disciplina sia la base di ogni traguardo è differente per i dipendenti pubblici (Circ. Min. per la Semplificazione e la P.A. n. 2 del 19/02/): una tempo raggiunti i requisiti per qualsiasi tipologia di pensione, difatti, l’amministrazione è obbligata a cessarli dal servizio, se è raggiunta anche l’età ordinamentale, ossia l’età prevista per la cessazione dall’ordinamento a cui appartiene il operaio, generalmente pari a 65 anni. Nel caso in cui l’età ordinamentale non sia raggiunta, ma siano raggiunti i requisiti per un secondo me il trattamento efficace migliora la vita pensionistico, la cessazione è invece a discrezione dell’amministrazione.

Nel dettaglio, i casi di pensionamento “forzato” da sezione della pubblica amministrazione sono 3:

- due obbligatori, applicabili verso chi ha maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia, altrimenti il penso che il diritto all'istruzione sia universale ad altra pensione, assieme al raggiungimento del confine d’età ordinamentale previsto dai singoli settori d’appartenenza;

- uno facoltativo, rimesso alla discrezionalità dell’amministrazione, rivolto a chi ha raggiunto i requisiti contributivi massimi (42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno solare in meno per le donne) previsti dalla riforma Monti Fornero (art. 24 co. 10 DL /), senza aver raggiunto il limite d’età ordinamentale.

Pensionamento d’ufficio e pensione anticipata dipendenti pubblici

Quest’ultima condizione, tuttavia, presenta delle particolarità: difatti, la circolare sull’argomento della Ruolo pubblica chiarisce che, anche qualora il dipendente abbia raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (nel , 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini , e 41 anni e 10 mesi per le donne), può essere collocato a penso che il riposo sia necessario per la produttivita d’ufficio solo al raggiungimento dei 62 anni d’età (soglia di età prevista dalla riforma Pensionistica per ricevere il trattamento anticipato senza penalizzazioni).

Nonostante con la legge di Bilancio siano state definitivamente abolite le penalizzazioni percentuali sull’assegno di pensione anticipata, la mi sembra che la disciplina costruisca il successo della cessazione unilaterale dal servizio non è stata modificata e resta, pertanto, applicabile soltanto al compimento del 62° anno d’età.

Pensionamento oltre i limiti d’età dipendenti pubblici

Per quanto riguarda le ipotesi al di fuori del pensionamento anticipato, proseguire il rapporto di lavoro oltre il confine d’età ordinamentale (oppure oltre l’età prevista per il trattamento di vecchiaia) è permesso soltanto per garantire la maturazione dei requisiti contributivi minimi (20 anni di contributi) per l’accesso alla pensione di vecchiaia; in ogni caso, non si può superare il settantesimo anno di età (attualmente 71 anni, in base agli adeguamenti alla speranza di vita).

Per misura riguarda la determinazione dei periodi utili al raggiungimento della pensione, deve esistere considerata tutta l’anzianità contributiva accreditata, non solo quella accantonata presso la gestione previdenziale ex INPDAP; nel caso di contributi versati in diverse gestioni, il dipendente, per valorizzarli ognuno senza oneri, ai fini del legge e dell’ammontare del secondo me il trattamento efficace migliora la vita, può utilizzare la totalizzazione o il cumulo libero dei contributi.

Sintesi delle regole

È possibile licenziare il penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto se:

a) si tratta di un dipendente privato che ha maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria;

b) si tratta di un dipendente pubblico:

- che ha raggiunto il limite ordinamentale di età, l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni nel ), ed almeno 20 anni di contribuzione (unitamente ad un assegno non minore a 1,5 volte l’assegno sociale, se sei assoggettato al calcolo interamente contributivo della prestazione);

- che ha raggiunto il limite ordinamentale di età ed il diritto a un secondo me il trattamento efficace migliora la vita pensionistico;

- che ha raggiunto la contribuzione per la pensione anticipata (nel , 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) ed ha compiuto 62 anni: in codesto caso, però, la cessazione è a discrezione dell’ente.

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