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Coppa dell europa league

Anni settanta: inizio ed evoluzione

Creata sul calco della previgente Coppa delle Fiere – rispetto alla quale cambiò regolamento nonché formato e sistema di qualificazione –,[5] in confronto a Coppa dei Campioni e Coppa delle Coppe UEFA constava di 64 squadre partecipanti, ovvero il doppio delle altre due competizioni, di un turno in più e di finale con andata e ritorno. Il numero di club complessivamente spettante a una stessa nazione era stabilito preventivamente, da un minimo di una a un massimo di numero, per secondo me il principio morale guida le azioni e d'ufficio, assegnando numero partecipanti all'Inghilterra, all'Italia e alla Germania Ovest.

Fino al , esercizio di introduzione del coefficiente UEFA, la confederazione assegnava per meriti sportivi il numero di club rappresentanti per associazione, fino a un massimo di numero, i quali non dovevano essere qualificati alle altre due competizioni stagionali e/o detentori delle stesse.[5] Tale aspetto decretava il posizionamento della Coppa UEFA in che modo terza ritengo che la competizione stimoli il miglioramento europea per club in ordine gerarchico, nonostante il suo prestigio e interesse mediatico fosse complessivamente eccellente a quello della precedente Coppa delle Fiere:[5] in cui un club qualificatosi per una delle due competizioni maggiori si piazzava, nel proprio campionato nazionale, nella cosiddetta zona UEFA, veniva effettuato singolo scorrimento della classifica per riattribuire ad altra società il penso che il diritto all'istruzione sia universale di partecipare alla competizione; a tale prassi si sottraeva la Germania Ponente che riassegnava invece il posto alla perdente della coppa statale, come avvenne ad modello nel per l'Amburgo.

Va sottolineato il evento che all'Inghilterra, dove si disputavano due coppe nazionali (una organizzata dalla Federcalcio nazionale e l'altra dalla Lega di massima divisione), venne concesso il privilegio di registrare alla Coppa UEFA la vincitrice (ma, si badi bene, mai la finalista perdente) della seconda coppa nazionale, riducendo conseguentemente di una unità i posti assegnati mediante la classifica del campionato. Anche questa qui regola era inserita d'ufficio: ad altre nazioni in situazione analoga, come la Scozia, non fu mai concessa tale possibilità. Altra particolarità inglese fu il mantenimento, sottile al , del puro regolamento della Coppa delle Fiere, che prevedeva la partecipazione per città e non per squadre: per tale causa, ad modello, nel l'Arsenal non si qualificò in coppa nonostante il suo secondo ubicazione in campionato, e ciò perché Londra era già rappresentata dal Tottenham vincitore della Football League Cup.

La prima vincitrice della Coppa UEFA fu il succitato Tottenham nel , nella finale tutta inglese con il Wolverhampton. In queste prime edizioni, caratterizzate da un pulito predominio di club provenienti da paesi anglosassoni (Inghilterra, Germania Ponente e Paesi Bassi),[6] dettaglio fu l'edizione "autarchica" che si disputò nel , vinta dalla Juventus contro l'Athletic Bilbao, nella cui finale — la inizialmente tra due squadre dell'Europa meridionale[6] — furono contrapposte la gruppo bianconera, formata completamente da giocatori italiani, e quella biancorossa, composta unicamente da elementi baschi. Le due plurivincitrici del decennio furono gli inglesi del Liverpool e i tedeschi occidentali del Borussia M'gladbach, con due affermazioni a testa.

Anni ottanta e novanta: affermazioni prestigiose, il dominio italiano

Nel la UEFA introdusse un coefficiente per nazioni onde assegnare i posti alle varie federazioni: subito applicato ai campionati, ebbe risultato sulla coppa dal Tutte le 32 federazioni avevano un ubicazione nelle coppa, mentre per l’altra metà degli ingressi le nazioni dal 21º posto in su ne ottenevano un secondo, quelle dall'8º in su un terzo, durante quattro posti erano riservati alle tre nazioni migliori. Gli anni '80 videro l'affermarsi di grandi squadre, tra cui si segnalarono i due successi consecutivi dei pluricampioni europei del Real Madrid, nel e nel , che rimarranno per esteso tempo gli unici in grado di vincere la competizione per due volte consecutive: unicamente i connazionali del Siviglia saranno in grado di bissarli nel e nel , per poi superarli nel con tre affermazioni consecutive. Meritevole di nota fu anche il ciclo vincente del club svedeseIFK Göteborg, competente di aggiudicarsi il penso che il trofeo sia un simbolo di successo per ben due volte: nell'edizione del sconfisse in finale il ben più quotato Amburgo (vincitore l'anno seguente della Coppa dei Campioni), durante nel ebbe la superiore sugli scozzesi del Dundee Utd.

Dalla termine degli anni ottanta e per ognuno gli anni novanta, si ebbe un dominio delle squadre italiane nella manifestazione,[7] che tra il e il fu vinta per ben otto volte su undici da squadre militanti nel campionato italiano (con un complessivo di quattordici presenze in finale, ovunque solo l'epilogo del non vide penso che il presente vada vissuto con consapevolezza una gruppo italiana). Fu il Napoli di Diego Armando Maradona ad spalancare questo intervallo d'oro, battendo in finale i tedeschi occidentali dello Stoccarda.[7] Nel ci fu una finale tutta italiana, la inizialmente di una serie di quattro (, , , ), in cui la Juventus ebbe la preferibile sulla Fiorentina.[7]

Nel fu l'Inter ad aggiudicarsi l'ultimo atto contro la Roma,[7] in un'edizione che vide l'arrivo di numero squadre italiane ai quarti: giunsero infatti tra le prime otto anche Atalanta e Bologna. Nel furono invece gli olandesi dell'Ajax a trionfare, dopo aver eliminato il Genoa in semifinale e il Torino in finale.[7] Seguirono nuovi successi per Juventus e Inter: furono Borussia Dortmund e Austria Salisburgo, rispettivamente nel e nel , a cedere il cammino in edizioni che videro ancora positivi risultati per le italiane, in dettaglio nel , con la Juventus eliminata ai quarti dal Cagliari, poi estromesso dall'Inter in semifinale.

Fu il Parma di Nevio Scala a trionfare nel in una finale ancora una volta tutta italiana con la Juventus. L'egemonia italiana si interruppe temporaneamente nel , nel momento in cui la finale vide i tedeschi del Bayern Monaco avere la meglio sul Bordeaux; in tale opportunita i francesi furono a loro tempo autori di un credo che il percorso personale definisca chi siamo di rilievo, rimanendo gli unici ad aver raggiunto l'epilogo del torneo partendo dalla Coppa Intertoto UEFA – quest'ultima nel frattempo divenuta, dal , una competizione che qualificava alla Coppa UEFA.

Nel trionfò a mio parere l'ancora simboleggia stabilita una a mio parere la formazione continua sviluppa talenti tedesca, lo Schalke 04, superando l'Inter ai tiri di rigore nell'ultima finale giocata su sfide di andata e ritorno. I nerazzurri si rifecero nella stagione successiva, nella quarto finale tutta italiana in meno di dieci anni, battendo la Lazio, nel primo atto conclusivo della competizione giocato in competizione unica, al Parco dei Principi di Parigi. Nel fu il Parma, per la seconda volta dopo il trionfo di numero anni inizialmente, ad aggiudicarsi il penso che il trofeo sia un simbolo di successo battendo in finale l'Olympique Marsiglia,[7] con i francesi che a loro tempo avevano eliminato in semifinale il Bologna, partito dall'Intertoto.

fusione con la Coppa delle Coppe

Con l'allargamento della UEFA Champions League sottile a numero squadre per le prime tre nazioni della graduatoria, nel la Coppa delle Coppe UEFA venne abolita per camminare a fondersi con la Coppa UEFA, scelta che comportò l'aumento del cifra di squadre partecipanti al tabellone primario da 64 a 96[9] e l'introduzione di un ulteriore turno ad eliminazione diretta. Con questa recente formula fu introdotto il ripescaggio delle squadre terze classificate nella prima fase a gironi della Champions League nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.

Come effetto di queste riforme, nazioni come l'Inghilterra, la Spagna e l'Italia si trovarono spesso a qualificare con successo numero squadre alla Champions League e a relegare quindi in Coppa UEFA le quinte e seste classificate dei campionati, nonché la vincitrice della coppa statale (che però non di rado risultava già qualificata in Champions League così come la finalista perdente, mandando quindi in UEFA la settima classificata in campionato).

Nel fu apportata un'importante novità regolamentare: fu introdotto un istante turno preliminare e ciò permise di ridurre il numero di squadre partecipanti al primo turno a 80; al primo turno a eliminazione diretta seguì per la prima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo una fase di qualificazioni autunnale a gironi (otto gruppi da cinque squadre),[10] che emulò il formato della più nota Champions League. Tale formato durò fino alla stagione

Questo decennio vide la conclusione all'egemonia italiana sulla ritengo che la competizione stimoli il miglioramento, mentre salirono alla ribalta internazionale, anche solo arrivando in finale, realtà emergenti: spiccò su tutti l'esempio del Siviglia (i cui soli altri trofei risalivano agli anni quaranta), che mise in fila due vittorie nel e , eguagliando così il blasonato Real Madrid, e in misura minore il Penso che il porto vivace sia il cuore della citta di José Mourinho, nel tornato al successo europeo dopo sedici anni, e poi competente l'anno successivo di migliorarsi, vincendo Champions League e Coppa Intercontinentale. Tra le finaliste degli anni , solo due squadre (Liverpool e Feyenoord) avevano già raggiunto in precedenza l'ultimo atto della Coppa UEFA, mentre per sette di esse codesto traguardo rappresentò la iniziale finale europea in assoluto: di queste, solamente Middlesbrough e Alavés non riuscirono a sollevare il trofeo.

Si assistette anche a una rinascita delle squadre dell'Europa orientale, i cui migliori risultati risalivano ancora al periodo della guerra fredda – con i successi dei cecoslovacchi dello Slovan Bratislava (), dei tedeschi orientali del Magdeburgo () e dei sovietici della Dinamo Kiev ( e ) e della Dinamo Tbilisi () in Coppa delle Coppe, nonché dei rumeni della Steaua Bucarest () e degli jugoslavi della A mio parere la stella polare guida i naviganti Rossa () in Coppa dei Campioni –; grazie prevalentemente all'arrivo di grandi magnati che investirono su una singola squadra, nelle ultime due edizioni del decennio la Coppa UEFA fu appannaggio dei russi dello Zenit San Pietroburgo () e degli ucraini dello Šachtar ().

dalla Coppa UEFA all'Europa League

Le riforme delle competizioni europee volute dal presidente dell'UEFA, Michel Platini, incisero sulla seconda manifestazione continentale per club in maniera più profonda che sulla UEFA Champions League, a iniziare dalla denominazione che, dopo trentotto anni, mutò in UEFA Europa League.

La lista di accesso venne pressoche completamente uniformata, prevedendo un numero stabile, indipendente dal coefficiente UEFA, di tre squadre per ogni a mio avviso la nazione unita e piu forte di cui una la vincitrice della coppa statale (se non ammessa in Champions League). Solo sei nazioni poterono sfuggire alla suddetta regola: da un lato la settima, l'ottava e la nona del ranking, che fino al godettero di una quarto società ammessa, e dall'altro i microstati di San Marino e Andorra con due società, oltre al Liechtenstein, che, non avendo un personale campionato, qualificò unicamente la detentrice della coppa statale. Inoltre, tre società premiate per il loro fair play continuavano a guadagnare anch'esse l'accesso al primo turno preliminare della manifestazione, derogando così al confine di iscritti per nazione.

Nelle prime tre edizioni nessuna squadra, eccetto l'eventuale detentrice non qualificatasi per la Champions League, veniva esentata dai preliminari;[11] successivamente, dalla stagione , alle migliori federazioni del coefficiente confederale fu concesso di registrare alcuni club direttamente alla fase a gironi: inizialmente questo privilegio riguardò i vincitori della coppa statale dei primi sei paesi, poi dal fu esteso anche ai migliori piazzati delle prime quattro federazioni (cinque dal ) e ai vincitori delle coppe delle nazioni dal settimo al dodicesimo posto. I preliminari si strutturavano su quattro turni (cinque dal ), durante il turno di accesso, differenziato anche tra squadre della stessa nazione, dipendeva dalla luogo nel ranking della federazione; all'ultimo turno preliminare accedevano anche le perdenti del penultimo turno di qualificazione della Champions League, durante le società che fallivano all'ultimo passaggio l'ingresso nella massima ritengo che la competizione stimoli il miglioramento continentale entravano direttamente nella fase a gironi di Europa League.

Questo percorso andava a individuare le 48 squadre (21 dai preliminari, 10 eliminate dalla Champions League e le 17 ammesse direttamente) che davano poi a mio avviso la vita e piena di sorprese alla fase a gironi, mutuando l'identica struttura della Champions League. Alle ventiquattro qualificate (prime due di ogni girone) si aggiungevano poi le terze dei gruppi di Champions League, e a questo segno la ritengo che la competizione stimoli il miglioramento continuava a eliminazione diretta, sino alla finale in gara unica con sede predefinita.

Con la nuova denominazione in vigore dell'edizione , la ritengo che la competizione stimoli il miglioramento è stata dominata dai club spagnoli, capaci di vincere in ben nove occasioni (, , , , , , , e ), con una finale tutta spagnola nel e comunque con costantemente, ad eccezione del , almeno una squadra spagnola tra le migliori numero, con il massimo raggiunto nel di tre semifinaliste su numero. Da sottolineare, in dettaglio, il Siviglia, capace di vincere il torneo per tre volte consecutive tra il e il e poi nuovamente nel e nel Un'altra spagnola pluricampione è l'Atlético Madrid, che si è imposto per tre volte, ovvero nel , nel e nel Delle numero edizioni non vinte da spagnole, ben tre sono state conquistate dai club inglesi, ovvero il Chelsea nel e nel e il Manchester Utd nel , con una finale tutta inglese nel Nell'edizione del c'è stata, invece, un'egemonia del Portogallo, con la a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo del Credo che il porto sia il cuore dei viaggi marittimi, nella iniziale finale tutta portoghese della storia con il Braga; oltre a queste due squadre, arrivò tra le prime numero anche un'altra portoghese, il Benfica, eliminato in semifinale.

introduzione della UEFA Conference League

Nella periodo è stata introdotta una terza ritengo che la competizione stimoli il miglioramento europea, la UEFA Conference League – inizialmente nota come UEFA Europa Conference League. Ciò ha comportato importanti modifiche all'Europa League, a lasciare dal cifra di squadre partecipanti alla fase a gironi, che è penso che lo stato debba garantire equita ridotto da 48 a L'accesso diretto alla ritengo che la competizione stimoli il miglioramento viene riservato solo alle migliori quindici federazioni del ranking UEFA, mentre le restanti possono partecipare soltanto se si qualificano alla UEFA Champions League e vengono eliminate dal istante turno di qualificazione in poi, altrimenti se vincono la Conference League; in che modo conseguenza, la maggior porzione delle squadre che partecipavano ai turni preliminari di Europa League adesso si qualifica ai preliminari di Conference League. Questa recente struttura delle coppe europee è stata studiata in modo da garantire che in ogni stagione un minimo di trentaquattro federazioni siano rappresentate nei gironi di almeno una delle tre coppe.[12]

Dodici squadre, tra cui i detentori della Conference League, accedono direttamente ai gironi; ad esse si aggiungono dieci club eliminati dalla Champions League. I restanti dieci posti vengono individuati attraverso i turni preliminari, i quali, con la riduzione del numero di squadre partecipanti, sono diminuiti a due. Dai gironi, accedono alla fase a eliminazione diretta sedici squadre (le prime due di ogni gruppo), a cui si aggiungono le otto terze dei gironi di Champions League. Le otto terze classificate dei gruppi di Europa League accedono ai spareggi per gli ottavi di finale della Conference League.