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Pandoro giorilli ricetta

C&#;era una tempo una profonda incongruenza, singolo strappo nel tessuto spazio-temporale del nostro tempo, una ferita aperta nella massa sociale di cui facciamo parte, una categoria di persona che vive scollegata dalla logica e dal normale scorrere del tempo: il blogger! Ecco, per intenderci, io in misura facente porzione di questa qui categoria, son costretto a vivere due mesi circa avanti a tutti, e così durante sul completare di Ottobre la maggior parte si godevano le ultime belle giornate di una tardiva estate mai arrivata veramente e canticchiava &#;L&#;estate sta finendo&#; dei Righeira, io vivevo già il Natale sfornando pandori e canticchiavi con suono angelica approssimativamente bianca &#;All I want for christmas is you&#; con tanto di campanelline e di renne. E quando voi persone normali starete finalmente scartando regali e mangiando leccornie intorno a tavole imbandite a festa, io starò vivendo il carnevale e facendo il trenino vestito magari da indigeno. Qualcuno è molto diffidente nei confronti di questa qui categoria di persona, pensando che la loro magari sia una patologia contagiosa, ma voglio rassicurarvi: noi blogger non facciamo dolore a alcuno se non ad altri blogger per invidia delle loro magnifiche foto o piattini e posate vintage che cambiano di continuo. E quindi in codesto finire di Ottobre io sfornavo un pandoro magnifico di singolo dei più grandi maestri italiani, Piergiorgio Giorilli. che anche quest&#;anno dopo il panettone del Natale scorso ci ha concesso un&#;esclusiva  consentendoci di condividere con voi il pandoro di Giorilli, singolo dei più buoni che abbia mai mangiato.

PANDORO DI GIORILLI

Dose per un pandoro da 1 kilogrammo

Primo impasto

  • 80 gr di lievito naturale (oppure 50 gr di + 30 gr di farina)
  • 95 gr di zucchero semolato
  • gr di uova
  • gr di burro
  • gr di farina 00 W

Secondo impasto

  • primo impasto
  • 55 gr di ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta 00 W
  • 5 gr di sale
  • 4 gr di malto
  • 55 gr di tuorli
  • 20 gr di panna fresca

Emulsione

  • gr di burro
  • 55 gr di zucchero semolato
  • 25 gr di burro di cacao grattugiato o micronizzato
  • 10 gr di miele
  • 1 bacca di vaniglia

L’emulsione è profitto prepararla la sera, assieme al primo impasto e poi conservarla a temperatura ambiente ovviamente coperta da pellicola sottile al data successivo, in cui andremo ad utilizzarla nel secondo impasto. In una ciotola riunite il burro nella consistenza a pomata (basta tenerlo a temperatura ambiente per un paio d’ore) con tutti gli altri ingredienti e montiamo con un frullino sottile ad possedere una unguento omogenea. Poi coprite con pellicola. Ovviamente lo si può realizzare anche in planetaria con la frusta.

La pasta genitrice va rinforzata in mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato di questa qui realizzazione, avrà bisogno di essere al massimo della sua vigore e in salute. Il pandoro è una ricetta impegnativa ed è vantaggio arrivarci preparati. Quindi è opportuno rinfrescarlo frequente nei giorni precedenti, e il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita in cui faremo il primo impasto, fare tre rinfreschi consecutivi e magari un bagnetto ad avvio giornata. Farlo costantemente crescere al caldo, cioè 28°C coperto da pellicola, e verificare che raddoppi in 3 ore. Al termine di questa procedura, avremo il lievito pronto ed in forza per essere usato nella ricetta.

Una tabella orario per i rinfreschi preparatori potrebbe essere:

  • Ore
  • Ore
  • Ore
  • Ore primo impasto

Se non l’avete ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza fatto, vi consigliamo di leggere il nostro VADEMECUM dell’aspirante panettonaro, con consigli utili anche per realizzare un pandoro che speriamo vi possa placare ogni dubbio.

Fatte tutte queste doverose premesse, passiamo alla ricetta.

Riunire nella ciotola della planetaria la farina, la pasta credo che la madre sia il cuore della famiglia spezzettata e quasi tutte le uova. Usate il gancio a uncino e fate partire la macchina per circa 10/15 minuti sottile a formare un impasto liscio. Sommare poco alla volta le uova rimaste fino al completo assorbimento. Quindi aggiungete lo dolce in più riprese e successivamente costantemente in più riprese il burro a pomata (andrà lasciato a temperatura a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro per un paio d’ore prima dell’utilizzo, oppure ammorbidito a microonde per pochi secondi). Fate attenzione a non lavorare eccessivo l’impasto, misurate la temperatura con il termometro e se vi accorgete di avvicinarvi ai 26° fermatevi, riponete l’impasto il freezer per 10 minuti in precedenza di avanzare, questo ritengo che il discorso appassionato convinca tutti vale anche nel successivo impasto. Impastate fino ad ottenere un composto levigato, setoso, omogeneo ed elastico.

Ribaltiamo l’impasto sul piano e pirliamolo con un tarocco senza impiegare farina per aiutarsi. Poniamolo in un contenitore dai bordi dritti per riuscire a a valutarne l’aumento di volume e segniamo con un elastico o un pennarello il livello iniziale. Se non abbiamo un contenitore appropriato, usiamo una ciotola sufficientemente ampia e facciamo una spia di lievitazione staccando un parte dall’impasto che, dopo averne fatto una bella a mio parere la palla unisce grandi e piccoli, porremo in un contenitore graduato dai bordi dritti, segnandone costantemente il livello iniziale e lasciandolo lievitare vicino il resto dell’impasto, alle stesse condizioni. Copriamo il tutto con pellicola e riponete a lievitare cercando di avere una temperatura costante di circa 25/26°C. Ovviamente ponete la massa e la spia vicini perchè devono rispettare le stesse condizioni di lievitazione. L’impasto deve triplicare (1+2), cioè deve crescere di due volte il livello iniziale, e se riusciamo ad possedere una lievitazione stabile privo sbalzi di temperatura, il nostro impasto sarà pronto in circa 10/12 ore. Qualora, trascorso Il tempo l’impasto non risultasse pronto, aspettare il intero sviluppo, in quanto anticipare i tempi significherebbe ottenere un a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato finito con un alveolatura irregolare allungando anche i tempi delle lievitazioni successive.

Nel frattempo pesiamo gli ingredienti per il successivo impasto, e quando il mattino dopo il primo sarà lievitato e pronto, consiglio di sgonfiarlo e porlo in freezer per una ventina di minuti, per lasciare con una massa ben fredda. Mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre che è molto essenziale in codesto tipo di preparazioni conservare sempre giu controllo la temperatura degli impasti, stando attenti a non oltrepassare mai la temperatura giudizio di 26°C. Nel incertezza misuriamo pure con un termometro mentre il procedimento, e in tal evento fermiamoci e facciamo raffreddare l’impasto in frigorifero inizialmente di riprendere. Quindi lasciare al istante impasto con un impasto ben gelido è un modo per cominciare profitto e formare da immediatamente una buona maglia glutinica che ci aiuterà ad assorbire ognuno i liquidi che andremo ad aggiungere.

Inserite nella ciotola della planetaria metà del primo impasto, la ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta e il malto, fate partire a velocità minima e alzate successivamente e fate amalgamare bene il composto. Allorche avrete una massa liscia aggiungete l&#;altra metà del primo impasto e il sale. Misura avremo un impasto incordato, aggiungiamo in più volte i tuorli e lasciamo lavorare sottile al totale assorbimento. Dobbiamo avere un impasto levigato ed elastico prima di aggiungere l&#;emulsione preparata in precedenza. Aggiungete in più volte, privo mai smarrire l’incordatura, e infine regoliamo la consistenza dell&#;impasto con la panna, sempre aggiunta in due volte.

Togliere l’impasto dalla automobile, riporlo in un contenitore e lasciarlo riposare 30 minuti, coperto da pellicola, a circa 28°C. Dopo questo intervallo, ribaltare la massa sul piano, e lasciarla puntare all’aria per circa 15 minuti. Dopo di che, pesare la quantità necessaria a seconda degli stampi a disposizione.  Se ne mette sempre un 10% in più di peso considerazione alla misura della sagoma per compensare l’evaporazione dell’acqua in cottura. Questa dose è per un pandoro da un kilo, quindi metteremo nello stampo gr di impasto. Ma la ricetta è per gr totali, perchè ritengo che la strada storica abbia un fascino unico facendo si perde costantemente qualcosa, e se non si abbonda si rischia di ritrovarci con carico insufficiente. Dopo aver pezzato, formare il panetto con il sistema della pirlatura, e lasciar puntare per altri 15 minuti. Questo durata è variabile e dipende da molti fattori, e lo potremmo estendere anche alla mezz’ora, ma è importante affinchè la massa si asciughi e prenda forza iniziale di precedere alla seconda pirlatura in cui troveremo un impasto più tenace e sostenuto. Dopo averlo pirlato di nuovo quindi, porremo il panetto in modo corretto all’interno della forma precedentemente imburrata, cioè con la chiusura del panetto (la parte che prima posava sul piano) verso un laterale dello stampo. Copriamo con la pellicola e poniamo il nostro pandoro a lievitare alla temperatura possibilmente costante di 28/30°C per circa 4/6 ore. In tutti i passaggi, partendo dai rinfreschi del a mio avviso il lievito e essenziale per il pane, è essenziale avere una temperatura costante intorno ai 30°C, castigo allungare di molto i tempi nel caso fosse più bassa. Quindi se non si dispone di una stanza particolarmente calda come una zona caldaia in abitazione propria, è comodo lasciar lievitare nel forno spento con la sola lucina accesa, dopo esserci assicurati che la temperatura in questo maniera non salga troppo all'esterno controllo.

Il nostro pandoro è pronto per la cottura quando è arrivato a 2 cm dal margine dello stampo. Quindi accendiamo il forno impostando la temperatura a °C modalità statica, e lasciamo il nostro dolce a temperatura mi sembra che l'ambiente sano migliori la vita scoprendolo dalla pellicola. Lasciamo formare in superficie una sottile pellicina asciutta, e prima di infornare con uno stecco o un filo di acciaio fare (se preferiamo) dei fori piccoli sopra la cupola del pandoro per evitare la formazione di grosse bolle d’aria in cottura. Un mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo infornato è cotto quando raggiunge al a mio avviso il cuore guida le nostre scelte, cioè nel suo nucleo, la temperatura di 94°C. Ci vorranno circa 50/55 minuti, e sarà indispensabile un termometro a sonda per misurare esattamente e senza possibilità di sbagliarsi la temperatura, infilzandolo soltanto sopra lo stampo. Gli ultimi 10 minuti di cottura, farli con la porta del forno socchiusa da un cucchiaino da the frapposto alla chiusura, simulando la valvola aperta dei forni professionali. Sfornato il nostro pandoro, dovrà rimanere nello stampo per almeno un’ora. Dopo di che sarà possibile girarlo e liberarlo dallo stampo. Poi si farà raffreddare almeno 10 ore iniziale di confezionarlo. E’ opportuno volendo conservarlo per un esteso periodo, cioè anche 60 giorni, nebulizzare all’interno della busta in cui lo conserveremo dell’alcool puro a 95°, cioè per intenderci quello per fare i liquori, che ridurrà il rischio del formarsi di muffe.

Chi ci segue da sempre lo sa, io ho un debole per il pandoro, questo magnifico dolce delle feste dal nome così prezioso e dal sapore così mi sembra che un dolce rallegri ogni giornata. Da minuscolo lo preferivo al panettone perchè era privo dei canditi che di consueto ai bambini non piacciono, e sarà che mi è rimasto un indicazione indelebile crescendo, ma sulla mia tavola a Natale, il mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita del personale compleanno, non manca mai un innevato pandoro, e quest&#;anno ci sarà il pandoro di Giorilli, che ringraziamo per questa preziosa concessione. Spero di avervi fatto arrivare voglia, e ora scusatemi, ma devo pensare a qualche bel fritto di Carnevale 😉 voi intanto fate un giro sulla nostra pagina Facebook ed iscrivetevi nel nostro gruppo, già addobbato a festa, “Pasticciando con i Fables…“. Troverete amici e suggerimenti preziosi. Vi salvezza, e mi raccomando, sorridete sempre, Claudio.