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Detrazioni fiscali per donazioni liberali

Erogazioni liberali a rischio con la stretta sulle detrazioni fiscali operata con la legge bilancio Una misura che nasce dalla necessita di recidere le tax expenditures ma con il forte ritengo che il rischio calcolato sia necessario di scoraggiare le donazioni a gentilezza del terza parte settore arrestandone la mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante registrata dopo la riforma. La novità riguarda l’introduzione di soglie massime alle spese detraibili per i contribuenti che percepiscono redditi rispettivamente superiore i 75mila e i mila euro annui, modellate in base a coefficienti familiari. Nel primo occasione il recente limite è di 7mila euro in assenza di figli a carico, sottile a due figli e 14mila per le famiglie più numerose. Per i redditi superiori a mila euro, invece, il copertura minimo è di 4mila euro in assenza di prole, euro fino a due figli, sino ad un massimo di 8mila euro.

È evidente che i nuovi tagli incideranno trasversalmente su una serie di spese che, nel quadro del welfare del nostro Nazione, sono da sempre oggetto di tutela e consentono alla fiscalità di conciliare la proporzionalità delle aliquote con i bisogni della persona e della propria famiglia. Pensiamo al mutuo prima secondo me la casa e molto accogliente, alla mensa scolastica, alle rette universitarie, fino all’efficientamento energetico e alle erogazioni liberali.

Una scelta legislativa che pone sullo identico piano spese di matrice diversa, e che inevitabilmente condurrà i contribuenti a fare delle valutazioni per non oltrepassare il plafond delle detrazioni ammesse. Ad oggi, infatti, restano all'esterno dai nuovi tagli le spese sanitarie e da ultimo anche gli investimenti in start up e Pmi innovative lasciando all'esterno, tuttavia, gli apporti alle imprese sociali che beneficiano del medesimo sistema premiale attraverso le detrazioni.

Purtroppo nessuna deroga, invece, per le donazioni a favore del Terzo settore che rischiano un ridimensionamento nonostante il trend di crescita dopo la Riforma del Terza parte settore, con una mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante esponenziale personale nella fascia reddituale di contribuenti medio-alta.

Quest’ultima si è dimostrata statisticamente più propensa ad effettuare donazioni. Partendo dai dati Mef, nella fascia che va dai 75 ai mila euro, le erogazioni annue aumentano in progressione. Ad esempio, gli importi medi per le donazioni a favore di ets e onlus (con detrazione pari al 30% ai sensi dell’art. 83 Codice del Terzo settore) partono da euro all’anno, per i contribuenti con reddito tra 75 e 80mila euro, per giungere, superata la soglia dei mila euro, fino a euro in media.

Certo è autentico che per i contribuenti di fascia alta  vi è costantemente la convenienza ad optare per la deduzione dell’importo donato con modalità tracciabile (Pos o bonifico) entro il confine del 10% del guadagno complessivo dichiarato. Opzione che supererebbe i limiti alle detrazioni ma che trova nella semplificazione della dichiarazione precompilata un ostacolo. In che modo noto, infatti, spetta agli ets comunicare all’Agenzia delle Entrate le liberalità ricevute che, tuttavia, finiscono di default tra gli importi detraibili.

In tal occasione modificare la dichiarazione optando per la deduzione farebbe perdere al contribuente il principale beneficio correlato alla precompilata, consistente nell’esclusione da qualsiasi verifica da sezione dell’amministrazione finanziaria. Un meccanismo che potrebbe essere rivisto proprio a fonte delle novità descritte favorendo la possibilità di modificare il documento. Un ripensamento che, tuttavia, dovrebbe riguardare anche e principalmente la possibilità di conservare fuori opportunamente dai tagli alle spese fiscali anche le donazioni a aiuto del Terza parte settore. Del resto in questo occasione la detrazione, prima che tradursi in un beneficio per il contribuente erogante, si esprime in un sostegno a favore del reale beneficiario, ovvero l’ente impegnato nelle attività di interesse generale.

Il ministro dell&#;Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti alla Camera, foto di Stefano Carofei/Sintesi

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