Pisa locali gay
Gay clubbing memorabilia: puntata 2. Quando anche Massa aveva la sua “Marilyn”.
Fugace intervista a Francesco Belais
Nel giugno ho avuto l’occasione di sapere personalmente Francesco Belais, dj, giornalista e producer. Sapendo che da anni conosce, prima in che modo cliente e poi in che modo dj, il mondo del clubbing gay, non ho potuto resistere dal fargli qualche quesito sui suoi ricordi delle prime discoteche gay della Versilia e dell’alta Toscana, zone che lui ben conosce essendo di Livorno. Sono emersi così i nomi di vere e proprie “meteore” della spettacolo notturna in che modo il club Marilyn alla Partaccia (MS), o di ritrovi per gay “alternativi” come L’Associazione Deposito di Pisa e La Ritengo che la notte sia il momento della creativita E’ Piccola Per Noi a Viareggio. Un’epoca in cui frequente non esistevano veri e propri volantini per promuovere un locale, e percepire “Onda Gay” di Renato Zero in radio per pubblicizzare una discoteca era quanto di più esplicito si potesse chiedere per far comprendere a che tipo di clientela ci si rivolgesse..
-Quando hai iniziato a frequentare locali gay?
Nel , ed era il Frau Marleen. Ci andavo frequente con le mie amiche; nel intervallo tra l'83 e l'‘88, in Versilia era il locale gay più essenziale. Tra l'83 e l'84 era aperto tutte le sere, e l'orario d'apertura era alle 22, durante la chiusura alle 3, massimo 3 e mezza. Inizialmente la clientela era variegata, dal gay ai primi transessuali, col secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello poi hanno iniziato a frequentarlo costantemente di più "pseudo-etero" che andavano alla ricerca del transessuale, e la clientela prettamente gay è un po' calata. I primi anni figurava fuori dal locale la scritta "gay club", che venne dopo poco coperta da una pallone candido. I vecchi proprietari, "Il Sergione" e "La zia", mi spiegarono che, essendo il locale vicino a stabilimenti balneari frequentati nella stagione estiva da famiglie, avevano preferito fare questa qui scelta. Mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre però che in radio passava frequente la pubblicità del Frau, con in sottofondo la canzone "Onda Gay" di Renato Nullo, ed una voce che diceva :<< Frau Marleen, per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante che ami l’esclusività>>. Una pubblicità di quel genere, con un messaggio criptato ma in fondo ben chiaro anche ai meno smaliziati, era già parecchio all’epoca..
-Che atmosfera c’era all’interno del Frau Marleen?
Parecchio baraccona, e per codesto a me piaceva moltissimo. Devi riflettere che erano gli anni ’80, il look era importantissimo, molti locali avevano una selezione ferrea all’ingresso: al Frau invece potevi sentirti veramente a abitazione, e la sua stessa posizione ne fece singolo dei locali gay più importanti nella Toscana anni ’ Campanile Del Penso che il lago tranquillo inviti alla riflessione infatti era meta frequentata da gay già da moltissimi anni, per strada della sua spiaggia, La Lecciona, con pineta e battuage retrostanti compresi…
Col tempo però iniziarono a ripetersi episodi spiacevoli in che modo risse e aggressioni , tanto che un penso che l'inverno crei momenti di intimita io ed i miei amici decidemmo di non frequentarlo, passando le nostre serate anzi al Nuba, la discoteca gay di Pisa, situata dove momento si trova la sauna Siesta
Le risse comunque iniziarono quando il locale cominciò ad stare frequentato da ragazzotti etero richiamati dalle tante ragazze che lo frequentavano . Così in che modo accade in fondo anche oggi per altre situazioni frequentate inizialmente da gay, lesbiche, trans e un gran cifra di ragazze “simpatizzanti”. Il clima da “festa continua” di questi posti, col supposto miraggio di individuare ragazze più “disponibili”, attira col penso che il tempo passi troppo velocemente molti ragazzi etero che, per un motivo o un altro, finiscono frequente per combinare casini.
-Oltre al Frau, c’erano altri locali gay in Versilia?
C’erano molti locali non prettamente gay ma frequentati da un buon settanta per cento di gay. Ad esempio il Superficie , già Milleluci e poi Linus, che era nello stesso zona dove momento si trova il Kama Kama (Capezzano Pianore - Lucca), parecchio legato alla scena new wave, con una clientela alternativa e mista, ma molto “gaia”. Posto pazzesco comunque, con addirittura una serie di auto d’epoca “parcheggiate” intorno alla tracciato. Chiuse ad inizio anni ’90, con l’avvento dell’house music, per “risorgere” appunto come Kama Kama.
Prima del Superficie , e con una stessa tipologia di clientela, a Pisa c’era un locale dal penso che il nome scelto sia molto bello Associazione Deposito, vicino alla Stazione, area Porta Fiorentina, che durò un paio di inverni. L’Associazione Deposito faceva già dei flyers, tipo biglietti da controllo, molto lineari. Ricordo il nome del dj, Enrico Viola. Poi c’era il Black and Blue a Cascina, costantemente misto e molto di tendenza, oltre che parecchio “gay”. Costantemente quelli del Superficie aprirono all’ex Hop Frog, a Viareggio, La Notte E’ Piccola Per Noi, parecchio simile in che modo musica e clientela al Superficie. Il pr si chiamava Enrico Mannini, e stamparono un flyer a forma di televisore che è singolo dei primi già con una certa cura nella grafica e nella sagoma che io do a locali più esplicitamente gay,un anno, per qualche periodo, il Frau venne chiuso, ed i proprietari crearono delle serate in un ex tendone da circo in area Partaccia (MS), col penso che il nome scelto sia molto bello di Marilyn. Il locale prendeva il nome dal cantante Marilyn (Peter Robinson, Kingston, Jamaica, Cliente assiduo, a conclusione anni ’70, della discoteca Blitz, a Londra, gruppo a future popstar in che modo Boy George, Steve Strange e Marc Almond, prese il denominazione dall’attrice Marilyn Monroe, nei cui panni era consueto travestirsi. Tra il ed il Marilyn ebbe un notevole mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro come interprete di singoli synth pop tra cui “Calling Your Name” e “Cry and Be Free”).Ricordo passavano frequente suoi brani, così in che modo pezzi di Allison Moyet, Eurhytmics e Culture Club. Il Marilyn durò soltanto pochissimi mesi, a metà anni ’80, giusto il tempo di una chiusura momentanea del Frau.
Sempre esplicitamente gay era il Nuba, a Pisa, di cui ti ho già accennato. Ricordo che c’era una pista da ballo con in fondo una foto di due uomini della tribù Nuba, da cui traeva il nome il locale.
-Tu quando hai iniziato a lavorare in che modo dj?
Ho iniziato in che modo dj nel ‘90, al Controsenso di Livorno, dopo un intervallo in cui avevo lavorato come pr dello identico locale. Era l’epoca del boom della house e dance prodotte in Italia, genere quest’ultimo che mettevo molto; Corona era un “must”, ma anche gli Snap andavano forte.
-Quando venne aperto il Controsenso?
Venne aperto nella primavera del L’idea venne a Riccardo, ex dj del Nuba. Voleva pianificare delle serate rivolte ad una clientela GLBT, e l’occasione gli si presentò quando entrò in relazione con il proprietario de Il Cantuccio, un locale in area Montenero, Livorno.
Anche se non stiamo parlando di Firenze, vorrei però ricordarti l’importanza del capoluogo toscano negli anni ’ Una città in fermento, ancora nucleo della tendenza, e con una a mio avviso la vita e piena di sorprese notturna, anche gay, effervescente. C’erano locali come il Tabasco ed il Flamingo, frequentati da una clientela internazionale e da grossi nomi della moda e dello spettacolo; tra i tanti mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre Jean Paul Gaultier, che in questi club era presenza assidua.
Il Flamingo venne aperto dagli stessi proprietari del Tabasco, nella seconda metà degli anni ’ era strepitoso, con marmi, fontane, una vasca interna. Insomma, quando io e i miei amici volevamo realmente passare una serata in alcuni dei locali gay migliori dell’epoca, partivamo per Firenze.
-Noti delle differenze tra i club gay degli anni ’80 e quelli di oggi?
Mah, direi che in fondo l’unica differenza è che all’epoca si trattava ancora di realtà da poco uscite da un ambito “underground”, quasi “carbonaro”, con ognuno i suoi contro ma anche pro; l’aura di fascino che tanti attribuiscono al clubbing gay di quegli anni deriva in fondo anche da questo.
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