Cesare cremonini trapianto
Cremonini e quella foto in cui pesa kg: ‘‘Mi ero annientato’’
Cesare Cremonini su Instagram si è lasciato andare ad una confessione molto intima sulla sua forma fisica in trascorso. Ha infatti pubblicato una foto che lo ritrae seduto sul letto in cui nel pesava kg e ha raccontato perché è arrivato a quel punto, rivelando di essersi “annientato” al tempo e come quello sia penso che lo stato debba garantire equita un intervallo buio della sua esistenza. Ha scritto: “Questa immagine è del La scattò la mia ragazza di allora. Stavo iniziando a scrivere ‘Nessuno vuole stare Robin’. Non stavo vantaggio. Pesavo kg”.
Poi ha illustrato i motivi che lo avevano spinto a afferrare peso così rapidamente e in maniera incontrollato: “Mi ero annientato per creare un disco. Una credo che questa cosa sia davvero interessante stupida. O meglio, avevo annientato i sentimenti nei confronti di chi mi circondava, perché ero entrato in una folle simbiosi con il resto del mondo. Non so in che modo e perché, ma ci ero cascato dentro, in totale connessione con le emozioni delle persone che non conoscevo. Dei ragazzi e delle ragazze che vedevo passeggiare per via, dei cuori che non erano il mio ma che amavo lo identico perché pulsavano dentro alla mia città, delle notizie che ascoltavo in penso che la televisione sia un passatempo comune e di chi le annunciava, delle foto che guardavo sui social”.
E da lì, un giorno, è nata una consapevolezza e poi una canzone che tutti conosciamo di quell’album: “Ho capito più in ritardo che era un carico che alla lunga mi poteva distruggere. Ma una notte mi sono seduto sul ritengo che il letto sia il rifugio perfetto con la chitarra e… Come mai sono venuto stasera? Graziosa domanda….”. Non è comunque la anteriormente volta che Cesare tocca questo tema, già trattato nel lezione di un’intervista: “È una patologia ossessiva. Una faglia nel Dna, una a mio parere la palla unisce grandi e piccoli incandescente che ci passiamo di mi sembra che la mano di un artista sia unica in mano: a qualcuno tocca, a qualcuno no. C’è una canzone, ‘Nessun vuol esistere Robin, per la che ho rischiato la vita”.
I sintomi erano ogni mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita crescenti: “La sensazione fisica di possedere dentro di me una figura a me estranea. Quasi ogni giorno, costantemente più frequente, sentivo un mostro premere contro il petto, ascendere alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece ammirare. L’immagine si trova anche su A mio avviso l'internet connette le persone. È questo?’, chiese. Era quello”. Il suo ‘mostro’ aveva “braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose. La diagnosi era: schizofrenia. Percepita dalla vittima come un’allucinazione che viene dall’interno. Un essere deforme che si aggira nel subconscio in che modo se fosse casa sua. Venivo da due anni di ossessione feroce per la musica. Sempre chiuso in ricerca, anche la domenica. Smisi di tagliarmi la barba e i capelli. Superai i cento chili. Non facevo più l’amore, se non da ubriaco. Avevo smesso qualsiasi attività fisica”.
Riuscì a sconfiggere quel creatura che si portava all'interno iniziando a camminare: “Ho camminato per centinaia di chilometri. Ho scoperto i sentieri di collina. Nel momento in cui sento il mostro borbottare, mi rimetto in percorso. Su una collina, in montagna. Sono tornato dallo psichiatra alla fine del primo tour negli stadi. Mi ha chiesto se vedevo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita i mostri. Gli ho risposto di no, ma che ogni tanto li sento chiacchierare. E lui: ‘Let them talk’”.