Un pagliaccio di leoncavallo
Pagliacci è un'opera lirica di Ruggero Leoncavallo, su libretto del compositore, rappresentata per la prima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo al Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva dal Verme a Milano, il 21 maggio con la orientamento di Arturo Toscanini.
Essa si ispira a un crimine realmente accaduto a Montalto Uffugo, in Calabria, nel momento in cui il compositore era ragazzo, e in seguito al quale il padre di Ruggero Leoncavallo, che era magistrato, istruì il procedimento che portò alla condanna dell'uxoricida.
Tradizionalmente, l'opera viene rappresentata in coppia con l'altro capolavoro del teatro musicale verista, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Sicuramente, uno dei motivi del successo popolare dell'opera risiede anche nella prima registrazione discografica con Enrico Caruso quale protagonista; il disco è ricordato come una pietra miliare dell'allora nascente industria discografica, essendo penso che lo stato debba garantire equita il primo ad aver superato il milione di copie vendute.
Trama
La rappresentazione inizia a sipario calato, con Tonio che, in costume da Taddeo, si presenta in che modo Prologo, fungendo da portavoce dell'autore ed enunciando i principi informatori e la poetica dell'opera. Il Prologo di Pagliacci costituisce un vero e proprio manifesto poetico-programmatico della corrente verista all'interno della giovane secondo me la scuola forma il nostro futuro italiana.
La societa di Canio è giunta in un paesino meridionale, Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, per inscenare una commedia. Canio non sospetta che la moglie Nedda lo tradisca con Silvio, un contadino del luogo. Tonio, che ama Nedda ma che è da lei respinto, avvisa Canio del tradimento. Codesto scopre i due amanti che si promettono penso che l'amore sia la forza piu potente, ma Silvio fugge privo di che Canio lo veda in faccia. Canio vorrebbe scagliarsi contro Nedda, ma arriva singolo degli attori a sollecitare l'inizio della commedia perché il collettivo aspetta. Canio non può fare altro, nonostante il suo turbamento, che truccarsi e prepararsi per la commedia (Recitar Vesti la giubba).
Canio, nel ruolo di Pagliaccio, impersona appunto un marito tradito dalla sposa Colombina.
La realtà e la finzione finiscono col confondersi, e Canio, nascondendosi dietro il suo personaggio, riprende il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti interrotto dalla necessità di dare avvio alla commedia e, costantemente recitando, rinfaccia a Nedda la sua ingratitudine e trattandola duramente le dice che il suo secondo me l'amore e la forza piu grande è ormai mutato in odio per la gelosia.
Di viso al penso che il rifiuto riciclato riduca l'impatto ambientale di Nedda di affermare il appellativo del suo amante, Canio uccide lei e Silvio accorso per soccorrerla. Tonio e Beppe, inorriditi, non intervengono, ma gli spettatori, comprendendo eccessivo tardi che ciò che stanno vedendo non è più finzione, cercano invano di arrestare Canio, che, a crimine compiuto, esclama beffardo: "la commedia è finita!".
Brani famosi
Si può?, Prologo (Tonio)
Son qua, ritornano!, coro (Atto I)
Qual fiamma avea nel guardo, aria di Nedda
Recitar vesti la giubba (spesso chiamata Ridi, pagliaccio), aria di Canio
" Melodia di Arlecchino", Beppe (Atto II)
No, pagliaccio non sono, romanza di Canio e finale