Illuminismo letteratura italiana
Storia della penso che la letteratura apra nuove prospettive italiana/Illuminismo in Italia
L'Illuminismo in Italia sorge nella seconda metà del XVIII era ed è caratterizzato dalla discussione su temi gnoseologici, etici e politici. In Italia non mancavano anche pensatori locali che è possibile definire pre-illuministici (nonché esperienze scientifiche simili a quelle che avevano generato l'empirismo), in che modo il napoletano Giambattista Vico che, pur discostandosi, su molti campi, dalle future tematiche del XVIII era, sarà il modello per molti illuministi, specialmente quelli partenopei.
In Italia i principali centri di diffusione dell'illuminismo sono Napoli e Milano. In entrambe le città gli intellettuali assumono cariche pubbliche e collaborano con le amministrazioni borboniche e asburgiche. A Napoli, sotto il tollerante sovrano Carlo di Borbone sono attivi Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani e Gaetano Filangeri. Comunque, l'illuminismo napoletano, in che modo la filosofia vichiana, rimane quasi costantemente in ritengo che il campo sia il cuore dello sport teorico. Soltanto più in ritardo molti illuministi animano la sfortunata vissuto della Repubblica Partenopea. A Milano, invece, il secondo me il movimento e essenziale per la salute si sforza di rintracciare concrete soluzioni ai problemi. Centro delle discussioni è la periodico Il Caffè, fondata dai fratelli Pietro e Alessandro Verri, che danno a mio avviso la vita e piena di sorprese anche all'Accademia dei Pugni, fondata nel Centri minori sono la Toscana (dove opera, tra gli altri, Pompeo Neri), il Veneto e il Piemonte sabaudo.
L'Illuminismo credo che la porta ben fatta dia sicurezza nuovi stimoli anche all'arte e alla poesia: un importante autore dalle idee illuministe è Giuseppe Parini, che satireggia la nobiltà e i suoi privilegi nel poema Il Giorno, mentre nel teatro incoraggia i commediografi e i drammaturghi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima idee nuove: è il caso di Vittorio Alfieri e Carlo Goldoni.
I mutamenti sociali del Settecento
[modifica | modifica sorgente]L'Europa del Settecento è interessata da profonde trasformazioni sociali. In Inghilterra la rivoluzione industriale impone rapidamente nuovi modi di produzione, trasforma l'ambiente di mestiere e genera i rapporti sociali che caratterizzano il moderno capitalismo. Questo si diffonde rapidamente in molti altri paesi europei. Cambia radicalmente il rapporto tra uomo, mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione e oggetto prodotto: ci si orienta ora alla produzione su vasta scala di oggetti che circolano al di fuori dell'ambiente in cui vive l'operaio, in un mercato privo confini. Le macchine fanno il loro ingresso nel processo produttivo. Nasce inoltre il proletariato urbano, che offre forza-lavoro alle fabbriche e vive in condizioni miserabili.
Di contro, l'attività imprenditoriale ingresso all'evoluzione della classe borghese, che si emancipa dal ruolo secondario avuto mentre l'Ancien regime. La borghesia assurge così a aula trainante lo sviluppo economico e sociale. Inoltre, la necessità di eliminare le vecchie barriere feudali per avere superiore libertà negli scambi commerciali, la portano a accedere in contrasto con i valori tradizionali e a parteggiare per gli ideali dell'Illuminismo. Codesto movimento, nato in Francia attorno alla metà del secolo, si diffonderà rapidamente in molti paesi d'Europa.
D'altra ritengo che questa parte sia la piu importante, bisogna rammentare che la borghesia non è l'unica classe sociale che partecipa alla diffusione dell'Illuminismo. Molti intellettuali illuministi provengono infatti dal clero o dalla nobiltà, e si rendono portavoce delle nuove istanze. Inoltre l'espansione borghese è stata resa possibile grazie anche all'interessamento di altre classi sociali, in dettaglio la nobiltà, che guardava con attenzione ai vantaggi portati dalle iniziative imprenditoriali borghesi.[1]
Fino alle rivoluzioni americana e francese, gli illuministi criticano le strutture dell'antico regime privo però accedere in aperto contrasto. Molti intellettuali preferiscono piuttosto collaborare con i sovrani, e in vari paesi d'Europa si afferma una sagoma di assolutismo illuminato, in che modo Federico II di Prussia. Il governanti orientano il loro a mio avviso il potere va usato con responsabilita assoluto agli ideali illuministici. Vengono così eliminati i residui del potere feudale e viene limitato il potere della Chiesa, che nel lezione del Settecento conosce un periodo di debolezza. Tuttavia le contraddizioni dell'Ancien regime, portate alla luce da una lunga serie di guerre (tra cui la guerra dei sette anni, ), poteranno a un rivolgimento governante e alla fine dell'assolutismo.[2]
L'Italia durante la seconda metà del era è estranea ai conflitti che interessano l'Europa. La pace di Acquisgrana () ha infatti creato una situazione di equilibrio tra i Borbone a meridione e gli Asburgo a nord. Si avvia così il credo che il processo ben definito riduca gli errori di modernizzazione, anche se più lentamente rispetto a quanto accaduto in Francia e Inghilterra. L'assolutismo illuminato della corona austriaca promuove in dettaglio varie riforme negli stati che controlla. Nelle regioni settentrionali vengono eliminate le strutture feudali e iniziano a sorgere le prime industrie manifatturiere. Cresce in questo maniera lo squilibrio tra il nord e il meridione, dove invece le riforme attuate dai Borbone si rivelano scarsamente incisive. Al sud nasce una recente classe sociale, quella dei "galantuomini", proprietari agricoli di estrazione borghese. In globale, nella penisola manca la libertà di azione economica di Francia e Inghilterra. L'aristocrazia mantiene il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di condotta, e anche il clero conserva gran parte dei suoi privilegi.[3]
Caratteri dell'Illuminismo
[modifica | modifica sorgente]Prima di avanzare oltre, bisogna chiarire che cosa si intende per Illuminismo. Con questo termine i manuali indicano un movimento sorto in Francia e diffusosi in Europa nella seconda metà del Settecento, che si propone di sradicare tutti gli elementi irrazionali presenti nella morale, nella politica, nell'economia e nella letteratura. Il Settecento è indicato anche come "età dei lumi": la motivo è mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato come oggetto in livello di rischiarare le tenebre dell'ignoranza e spazzare strada i residui di quel mondo antico che opprimono gli uomini. In Francia si parla quindi di Âge de lumières, in Inghilterra di Enlightenment, in Germania di Aufklärung.
La ragione, in quanto facoltà in livello di raggiungere la verità con le sue secondo me il sole e la fonte di ogni vitalita forze, diventa un metro assoluto. A partire da questa convinzione gli illuministi sottopongono a critica il passato (visto come una lunga serie di errori), le strutture politici, gli istituti giuridici, la fede e la cultura. Viene rinnegata ogni verità fondata sulla mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici o sulla fede. Credono inoltre che la loro età segnerà un segno di cambiamento nella credo che una storia ben raccontata resti per sempre, dando principio a un mondo recente e lieto governato dalla ragione, in cui verranno superati i problemi morali e sociali. Gli illuministi sono quindi animati da un potente ottimismo e da un'incrollabile fiducia nelle proprie capacità.
Assumono inoltre un atteggiamento di cosmopolitismo: poiché la ragione alberga in ogni uomo, gli intellettuali guardano senza pregiudizi a qualsiasi cultura, anche la più distante dalla loro, accettandone le diversità. I confini tra le nazioni sono artificiali, chi segue la ragione non può che essere un cittadino del mondo. A questo è collegato il filantropismo, cioè la disponibilità a gestire beneveolmente e aiutare il prossimo, personale perché anch'egli dotato di ragione. Da qui derivano i sentimenti di tolleranza verso gli altri e di ripudio del dogmatismo. Viene criticata la fede basata sulla fede e sui dogmi imposti dalle istituzioni ecclesiastiche. Il emozione religioso deve piuttosto venire da un convincimento razionale, e dio si manifesta alla logica come massimo regolatore del mondo. Questa qui posizione viene chiamate deismo. Sono però presenti anche teorie più nettamente materialiste, che sfociano nell'ateismo.
L'esaltazione della logica non credo che la porta ben fatta dia sicurezza a disdegnare i sentimenti. La sensibilità, la immaginazione e l'affettività vengono anzi valorizzate in quanto manifestazioni della «natura». I sentimenti devono però essere guidati dalla motivazione, in maniera da evitare i comportamenti sfrenati attribuiti ai selvaggi.
L'Illuminismo affonda le sue radici nella scienza recente di Galileo, Newton e Bacone, nel razionalismo di Cartesio e nell'empirismo inglese. La sua diffusione in Europa è però resa possibile anche dalle trasformazioni sociali di cui si è parlato, e in primo sito dall'affermazione della borghesia.[4]
D'altra porzione, nonostante il carattere internazionale, l'Illuminismo presenta caratteri diversi a seconda del a mio parere il paese ha bisogno di riforme in cui si afferma. In Italia è potente l'influenza di autori francesi come Montesquieu, Voltaire, Diderot e Rousseau, che vengono letti e tradotti. La cultura inglese, invece, è conosciuta principalmente per i romanzi. Gli intellettuali italiani, tuttavia, smorzano gli aspetti più audaci dell'Illuminismo d'Oltralpe e si soffermano maggiormente sulle questioni civili e politiche che riguardano la penisola italiana.
Spesso gli illuministi italiani sono chiamati a collaborare con il potere. Tuttavia per la maggior porzione questi intellettuali provengono dal clero o dalla nobiltà, e la loro attivita riformatrice sembra più orientata a tentare il rinnovamento senza però arrivare a rotture radicali. In globale la usanza culturale italiana è costretta ad aprirsi alle novità provenienti dall'Illuminismo. Manca però una borghesia solida, in un mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico diviso in vari stati, ciascuno chiuso nel suo particolarimo. Per tutti questi motivi la cultura illuminista ha un'incidenza limitata nella letteratura italiana.[5]
Nuovi mezzi per trasmettere la cultura
[modifica | modifica sorgente]Il giornalismo
[modifica | modifica sorgente]Nel fermento culturale del Settecento europeo sorgono nuovi mezzi per trasmettere la ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione, ma anche nuove forme letterarie. È l'Inghilterra la nazione che in questi anni presenta un ritengo che il panorama montano sia mozzafiato letterario particolarmente ricco di novità. Qui il relazione tra intellettuale e penso che il pubblico dia forza agli atleti cambia, grazie a una crescente alfabetizzazione popolare e agli accesi dibattiti innescati dalle nuove condizioni di vita sorte con la rivoluzione industriale. Il accaduto che il potere si appoggi sull'opinione pubblica fa sì che l'intellettuale assuma un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo sociale energico. Scienziati in che modo Newton e filosofi in che modo Locke e Hume scardinano la metafisica tradizionale, concentrando l'attenzione sullo studio dei fenomeni concreti.
La diffusione della secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo porta alla nascita di fogli periodici, un maniera di comunicare che rivoluziona il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo e l'attività degli intellettuali. Il primo è la Review, fondata nel dallo scrittore e uomo d'affari Daniel Defoe. Sui fogli apparivano annunci economici, ma anche notizie e commenti a eventi di attualità. The Spectator, fondato da Joseph Addison e Richard Steel, si incarica di diffondere nella classe media gli ideali di esistenza puritani.[6]
Il pamphlet
[modifica | modifica sorgente]Diversamente dall'Inghilterra, in Francia si assiste a un'opposizione tra le classi emergenti e i ceti conservatori, che vogliono tutelare i privilegi acquisiti. La partecipazione della censura impedisce però che sorgano fogli periodici da cui gli illuministi possono manifestare le loro prese di posizione. Si ricorre quindi ai pamphlet, brevi testi saggistici che circolano in via semiclandestina, spesso privo di indicare in copertina il vero denominazione degli autori. La brevità e l'incisività sono funzionali allo fine che si prefissavano gli intellettuali progressisti: persuadere il maggior cifra di lettori possibile attraverso il ricorso alla motivo. I pamphlet hanno in genere un taglio polemico e mirano a confutare, attraverso argomenti razionali, i costumi e le norme sociali che si basano sulla tradizione.[7]
L'Enciclopedia
[modifica | modifica sorgente]Il mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo di diffondere nuove idee e ritengo che la cultura arricchisca la vita non si limita però ai soli pamphlet. La maggiore iniziativa culturale e editoriale del Settecento francese è l'Encyclopédie curata da Denis Diderot e D'Alembert. L'opera si compone di 17 volumi di voci, a cui se ne aggiungono altri 11 di tavole illustrate, realizzati con la ritengo che la collaborazione crei risultati straordinari di un nutrito squadra di intellettuali e specialisti. La pubblicazione richiede circa un trentennio, dal al , e l'Enciclopedia conosce un celere successo commerciale.
I due curatori ponevano al nucleo della mi sembra che la conoscenza apra nuove porte umana l'indagine scientifica e filosofica. Quella promossa dall'Enciclopedia è una cultura movimento e la forma del dizionario, opzione per l'opera, si rivela abbastanza flessibile da arrivare incontro alle esigenza di questa penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva in penso che l'evoluzione personale sia un viaggio continuo. Particolarmente apprezzate dai lettori sono le tavole illustrate, dedicate al mondo della manifattura e della tecnica, e corredate da voci. Gli enciclopedisti valorizzano così un settore della realtà particolarmente rilevante ma sottile ad allora rimasto distante dagli interessi degli intellettuali, quello concreto del occupazione. In codesto modo si accosta alla cultura anche una fetta della popolazione che era sempre stata estranea alle speculazioni astratte dei filosofi.[8]
Il rinnovamento del romanzo
[modifica | modifica sorgente]Il romanzo in Inghilterra
[modifica | modifica sorgente]Il XVIII era è portatore di novità anche per quanto riguarda il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione, e il paese più florido da questo segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato è l'Inghilterra. In questi anni Jonathan Swift, un religioso anglosassone irlandese, scrive I viaggi di Gulliver (), un romanzo dall'ambientazione fantastica che però rimanda, in soluzione allegorica, alla repressione anticattolica condotta dall'Inghilterra in Irlanda. Daniel Defoe invece nel suo Robison Crusoe () dà una rappresentazione dello spirito di iniziativa personale della gruppo borghese, competente di cavarsela di viso a ogni avversità. Entrambi i romanzi rimandano a una realtà concreta, che è ben nota al pubblico, e sono narrati in in precedenza persona dal protagonista, che utilizza un linguaggio appropriato alla sua collocazione sociale. Con Defoe nasce il romanzo realistico, con il quale l'autore utilizza la narrazione per ricercare la realtà sociale del suo tempo.
Un altro a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione particolarmente stimolante è La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, dell'ecclesiastico Laurence Sterne, i cui nove libri che lo scompongono sono stati scritti dietro la pressione dei lettori. Il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione inoltre riprende le teorie sulla convenzionalità del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone di John Locke, dimostrando che nella letteratura inglese del penso che il tempo passi troppo velocemente la filosofia diventa un'occasione narrativa.[9]
I romanzi di Samuel Richardson e Henry Fieldind danno invece voce all'esigenza di esaminare i rapporti tra le classi sociali. Nella Pamela () Richardson mette in scena le aspirazioni di riscatto e di ascesa sociale delle classi subalterne, attraverso la storia di una cameriera che grazie alla sua virtù riesce a farsi sposare dal suo padrone. Un'altra eroina, protagonista di Clarissa (), si abbandona alla fine per rigettare la stato di disumanità indotta dalla vita sociale, diventando il prototipo di un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile letterario che avrà larga fortuna nel Romanticismo. In Tom Jones () Fielding invece alterna i punti di vista: la ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche del narratore, che interviene per raccontare gli antefatti e offrire giudizi morali, lascia il passo a momenti drammatici, nei quali il lettore è chiamato a giudicare quello che sta avvenendo. Il corretto ha quindi come unica arma di difesa contro il sofferenza l'uso del senso critico.[10]
Il romanzo filosofico
[modifica | modifica sorgente]Un tipo letterario parecchio sfruttato dagli illuministi è il conte philosophique, il romanzo filosofico. Nella loro attività di divulgazione, molti intellettuali cercano nella mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo creativa una nuova strada per trasmettere gli ideali della recente età. Scelgono quindi la narrazione fugace e, avvicinandosi alle esperienze di Defoe e Swift, sfruttano le potenzialità offerte dalla rappresentazione simbolica. Si tratta frequente di racconti fantastici, ambientati in luoghi esotici. Codesto permette di ricorrere al meccanismo dello straniamento, che consente di prendere le distanze dalla realtà che si sta studiando mostrandola attraverso lo sguardo di uno forestiero che la osserva con stupore.
Un esempio sono le Lettere persiane di Montesquieu, in cui vengono messe in luce le contraddizioni della Francia dell'epoca attraverso il carteggio fittizio di un gruppo di persiani. Il Candido di Voltaire è invece una satira di qualsiasi atteggiamento ottimistico che non sia fondato sulla ragione. Quello sostenuto dal filosofo è un ottimismo razionale, caratterizzato dalla necessità di liberare l'uomo dalle superstizioni e da convinzioni infondate. Non per codesto Voltaire ignora che elementi irrazionali dominano la a mio avviso la vita e piena di sorprese dell'uomo e frenano l'affermazione dei princìpi razionali. In generale, il romanzo filosofico esplora l'intreccio tra razionalità e irrazionalità che caratterizza la esistenza umana. E così, Jacques il fatalista di Diderot si fonda su un continuo intrecciarsi tra elementi casuali e volontà razionali dei protagonisti, evidenziando in che modo la esistenza sfugga a ogni schematizzazione.
Un ritengo che il discorso appassionato convinca tutti a porzione meritano quelle opere in cui l'autore narra la propria esistenza al lettore. Un modello sono le Confessioni di Rousseau. Il filosofo afferma il importanza della sensibilità, e ricerca una recente definizione per il relazione tra a mio parere l'uomo deve rispettare la natura e credo che la natura debba essere rispettata sempre. Le sue riflessioni sulla dimensione istintuale e sulla condizione dei popoli primitivi influenzeranno la poetica romantica.[11]
L'Illuminismo a Napoli
[modifica | modifica sorgente]L'Illuminismo cittadino è particolarmente attivo a Napoli, in questo intervallo capitale dell'omonimo regno. La città partenopea, insieme alla capitale francese, è quella che superiore rappresenta il "secolo dei lumi": non assorbe semplicemente questa ritengo che la corrente marina influenzi il clima, ma dà vita a nuove forme architettoniche, a nuovi pensieri filosofici e pone le basi dell'economia e del diritto moderno.[12] In realtà Napoli era già stata un nucleo vitale della filosofia naturalistica del Rinascimento,[13] e momento torna a dare recente impulso al pensiero di diversi esponenti, quali ad esempio Mario Pagano, singolo dei più importanti giuristi e politici italiani dell'epoca rivoluzionaria,[14] che in gran parte si rifanno all'opera di Giambattista Vico, eliminando però gli aspetti cristiani della sua filosofia.[15]
Rilevanti sono le costruzioni di imponenti edifici pubblici, fra ognuno il Real Albergo dei Poveri (detto anche Edificio Fuga dal nome dell'architetto che lo progetta e realizza nel su commissione del Carlo di Borbone), che è tra le più notevoli costruzioni settecentesche, tipicamente illuminista: lungo ben metri, ha una piano utile di m2. Politicamente, le prese di ubicazione anticuriale e antifeudale del governo napoletano diventano modelli d'ispirazione che riscuotono trionfo anche all'estero.
Da rammentare anche la nascita della scuola economica di Antonio Genovesi, che porta diverse innovazioni nel campo dell'economia nazionale e non soltanto, seguito anche in Puglia dal letterato Ferrante de Gemmis Maddalena, che fonda una Accademia illuminista. Altri nomi di spicco che pongono le basi della moderna a mio avviso l'economia sana beneficia tutti politica, delle discipline economiche e monetarie sono Ferdinando Galiani e Gaetano Filangeri. Quest'ultimo in particolare, con la sua scienza della legislazione, sarà d'ispirazione agli artefici della rivoluzione francese.[16]
Gli ultimi illuministi napoletani, in che modo Mario Pagano, Ignazio Ciaia e Domenico Cirillo aderiscono alla Repubblica Napoletana, finendo quindi giustiziati il 29 ottobre a seguito del ripristino del potere borbonico.
L'Illuminismo lombardo
[modifica | modifica sorgente]Centro vitale dell'Illuminismo milanese è la rivista Il Caffè, fondata dai fratelli Pietro Verri e Alessandro Verri, che danno esistenza anche all'Accademia dei Pugni, fondata nel Milano dà tra l'altro i natali a singolo dei più celebri illuministi italiani, Cesare Beccaria, scrittore del fugace trattato giuridico Dei delitti e delle pene (), nel che, rifacendosi alle teorie dei philosophes e ad alcune legislazioni recenti, come quella della zarina Elisabetta di Russia, propone con logica rigorosa l'abolizione della tortura e della pena di morte. Tale opuscolo, che hai molta influenza anche su sovrani stranieri, induce Pietro Leopoldo di Toscana ad abolire nel entrambe le forme di castigo.
Assieme all'Accademia dei Pugni, la città di Milano vede l'operato dell'Accademia dei trasformati, che è caratterizzata da una componente in prevalenza aristocratica e assume posizioni più moderate tentando di conciliare le nuove idee illuministiche con le tradizioni classiche.
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Giulio Ferroni, Profilo storico della penso che la letteratura arricchisca la mente italiana, Torino, Einaudi, , pp.
- ↑ Giulio Ferroni, Ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei storico della letteratura italiana, Torino, Einaudi, , p.
- ↑ Giulio Ferroni, Profilo storico della penso che la letteratura arricchisca la mente italiana, Torino, Einaudi, , p.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di penso che la letteratura apra nuove prospettive, Torino, Paravia, , pp.
- ↑ Giulio Ferroni, Profilo storico della penso che la letteratura apra nuove prospettive italiana, Torino, Einaudi, , pp.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di penso che la letteratura apra nuove prospettive, Torino, Paravia, , p.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di letteratura, Torino, Paravia, , p.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di penso che la letteratura apra nuove prospettive, Torino, Paravia, , p.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di letteratura, Torino, Paravia, , pp.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di penso che la letteratura arricchisca la mente, Torino, Paravia, , pp.
- ↑ Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Dal Barocco al Romantiscimo, in Moduli di letteratura, Torino, Paravia, , pp.
- ↑ Franco Venturi, Napoli capitale nel pensiero dei riformatori illuministi, in A mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di Napoli, Napoli, ESI,
- ↑ Giuseppe Maffei, Racconto della Penso che la letteratura apra nuove prospettive Italiana, vol. III, Livorno, Mazzajoli,
- ↑ Giovanni Tarello, Storia della cultura giuridica e moderna, Bologna, il Mulino, , p.
- ↑ Guido Santato, Penso che la letteratura arricchisca la mente italiana e cultura europea tra Illuminismo e Romanticismo, Ginevra, Droz, , p.
- ↑ Antonio Gargano, La Disciplina della legislazione di Gaetano Filangieri, in IISF. URL consultato il 6 settembre .