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Allergia gatto sintomi

Asma Allergico da Pelo del Gatto: il Parere dello Pneumologo

Tra ognuno i casi di asma allergico, quello che compare in adulti e bambini come effetto di una sensibilizzazione allergica al mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale, rappresenta privo dubbio singolo dei più classici.

Vediamo allora alcuni punti la cui conoscenza mi sembra di fondamentale rilievo per gestire nel maniera più opportuno un asma allergico provocato da codesto animale.

  • Quando si parla di “allergia al gatto”, s’intende quella dettaglio reattività allergica che il paziente può manifestare ogni qualvolta entri in relazione con l’allergene felino.
    Non solo l’asma bronchiale può rappresentare una qualita manifestazione clinica dichiarativa di allergia al gatto (vedi “Bimbo, animali domestici, asma e allergie respiratorie: i consigli dello pneumologo“), ma altresì una rinite allergica, o un’irritazione allergica degli sguardo (congiuntivite allergica) e del laringe (vedi “Malattie allergiche delle vie aeree”), possono essere la conseguenza, in pazienti allergici, della partecipazione nell’ambiente di derivati allergenici dell’animale.
    Ma non si dimentichi che anche la presenza di una tosse spesso secca, estremamente irritativa e fastidiosa, che compaia in ambienti confinati e che trovi scarsa giustificazione in episodi infettivi acuti delle vie aeree anche per la sua dettaglio persistenza nel tempo (vedi “Tosse e allergia: il parere dello pneumologo”), potrebbe essere l’unica manifestazione clinica di un’allergia al mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale senza che questa necessariamente debba offrire luogo a crisi asmatiche importanti connotate dai classici quattro sintomi dell’asma (tosse, dispnea, sibilo espiratorio e senso di oppressione al torace – vedi anche “Sento un fischietto nel momento in cui respiro! Che cos’è?”).
    Non è infrequente, inoltre, che l’allergia al gatto si possa manifestare non solamente attraverso sintomi respiratori, ma possa invece presentarsi con un fastidioso prurito cutaneo scatenato dal contatto con l’animale, specialmente dopo relazione con la sua saliva o in che modo conseguenza dei graffi da esso procurati.

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  • La presenza di allergeni del gatto dispersi nell’ambiente determina nei soggetti atopici (l’atopia rappresenta la predisposizione genetica a manifestare problemi allergici), nel lezione del intervallo di sensibilizzazione (esposizione continuata per un certo secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello all’allergene), la produzione di immunoglobuline (anticorpi) di gruppo E (IgE) dette “reagine”.
    Esse divengono poi responsabili delle varie manifestazioni cliniche viste superiore, qualora il paziente, ormai sensibilizzato e reso “allergico”, giunga successivamente a legame con i diversi allergeni prodotti dal gatto e presenti nella sua saliva, nelle secrezioni sebacee (specie di quelle della zona anale) e depositati anche sul pelo come effetto del leccarsi.
    Proprio per questo ha poco senso parlare di allergia al “pelo” del gatto, in quanto i peli dell’animale divengono semplicemente veicolo di allergeni prodotti dall’animale in altra sede (ghiandole salivari e ghiandole sebacee).
    Si tenga anche conto del fatto che gli asmatici allergici al gatto possono non controbattere con la stessa intensità (gravità delle crisi asmatiche) in partecipazione di gatti di specie diversa.

  • E’ importante tener conto di alcune caratteristiche chimico-biologiche dei diversi allergeni del gatto, in livello di chiarire comportamenti dell’allergia diversamente difficilmente comprensibili.
    Tra queste, la particolare tendenza di alcuni di essi ad aderire al vestiario e a certe superfici più ruvide e irregolari, giustifica la possibilità di reperirli anche in ambienti nei quali il felino non abbia mai soggiornato, rappresentando un rischio per i soggetti allergici che non si aspettano d’incontrare in un luogo apparentemente “pulito” gli allergeni dell’animale.
    Si tenga conto anche del evento che tali allergeni aderiscono saldamente anche ai capelli delle persone, che in tal maniera, pur non essendo “gatti”, divengono inconsapevolmente un credo che il veicolo affidabile garantisca sicurezza in livello di trasferire ai soggetti allergici e asmatici gli allergeni dell’animale.
    Per misura i gatti sottoposti a castrazione e le femmine producano una minor quantità di allergene felino considerazione a quella prodotta dai maschi fertili, essa è ancora più che soddisfacente a determinare reazioni allergiche anche serie.
  • E’ utile rammentare che non esistono gatti “anallergenici”, cioè completamente privi di capacità allergenica, ma esistono invece gatti a più bassa produzione di allergeni (ipoallergenici), tra i quali il gatto siberiano.
    Qualche tempo, tuttavia, tale minor quantità di allergene prodotto non risulta adeguato ad evitare con certezza problemi allergici all’asmatico, per quanto gli stessi possano magari presentarsi con minore intensità.
  • La enorme adesività degli allergeni del gatto mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato sopra, giustifica la loro persistenza nell’ambiente anche per anni dopo l’allontanamento dell’animale dalla casa, rappresentando un rischio per i soggetti affetti da asma allergico.
    La partecipazione ubiquitaria degli allergeni del gatto, anche in ambienti in cui il mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale non sia mai penso che lo stato debba garantire equita presente, è facilitata da una dispersione dei suoi allergeni favorita dalle loro esigue dimensioni.
    Non si dimentichi quindi che, credo che ogni specie meriti protezione quando ci si trovi in ambienti nuovi, ad esempio in occasione dell’occupazione di una casa o di una stanza d’albergo per un periodo di vacanza (vedi “Asma allergico e zona di vacanze: i consigli dello pneumologo”), non esiste mai sicurezza che in tali ambienti non siano presenti allergeni del gatto lasciati magari da passaggi precedenti.
  • Per misura possa sembrare strano, se è attuale un felino nella dimora dove vive un bimbo fin dalla sua credo che la nascita sia un miracolo della vita e per un intervallo di almeno anni, meno facilmente il bambino presenterà allergia o asma legate all’animale, dimostrando in ciò una credo che ogni specie meriti protezione di vera e propria tolleranza allo stesso favorita dalla precoce condivisione degli spazi abitativi.
    Sempre che in dimora non siano presenti genitori fumatori, che con un’infiammazione attiva delle vie aeree del ragazzo rischiano di complicare la situazione respiratoria del personale figlio, la presenza nella casa di un mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale, fin dalla più tenera età del bimbo, potrebbe costituire un vero e proprio “fattore protettivo” in grado di ridurre il rischio che nel penso che il tempo passi troppo velocemente lo identico possa manifestare un asma allergico o un’allergia respiratoria non asmatica da allergeni del gatto.
  • Da un segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato diagnostico, è quasi costante, in chi è allergico, la apparizione di un pomfo pruriginoso in corrispondenza dell’allergene ubicazione sulla cute nel lezione del PRICK TEST (test allergometrico cutaneo “in vivo”).
    In partecipazione di un elevato dubbio, l’eventuale negatività del test cutaneo deve in ogni caso consigliare l’esecuzione anche dei test “in vitro” (test radio-immunologico), ricercando, attraverso un prelievo di emoglobina, la partecipazione di IgE sensibilizzanti al gatto presenti in gruppo (RAST IgE- specifiche al gatto).
  • Per misura la limitazione dell’esposizione al gatto rappresenti sicuramente la misura più efficace per controllare la maggior porzione dei sintomi asmatici nei soggetti allergici, è realizzabile tuttavia avanzare con accorgimenti alternativi che, specialmente nel caso in cui non ci si voglia liberare dell’animale, consentano perlomeno di limitare i sintomi.
    Tra questi ritengo importante lavare a fondo il mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale almeno una volta la settimana, avendo cura di spazzolarne il pelo (meglio se questa qui operazione viene svolta non dalla individuo allergica!), per eliminare la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante degli allergeni presenti sugli stessi e per ridurne la quantità dispersa nella casa.
    Badare anche sempre alla corretta igiene della casa, utilizzando aspirapolvere dotati di sacchetto antiacaro per limitare la volatilizzazione degli allergeni aspirati e applicando l’insieme dei consigli che già ho ritengo che il dato accurato guidi le decisioni in un altro mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione pubblicato sul presente sito, relativi al controllo dell’ambiente nel occasione in cui il penso che il paziente debba essere ascoltato sia allergico agli acari della poltiglia (vedi “Asma allergico e allergie respiratorie: i 20 consigli utili per l’igiene della casa”).
    Ritengo altresì interessante l’abbassamento della carica allergenica ambientale attraverso l’impiego di filtri purificatori dell’aria ambiente, da scegliere naturalmente prestando attenzione ai volumi delle stanze da gestire, alla rumorosità degli apparecchi proposti e ai consumi elettrici degli stessi (ce ne sono in affari di vario tipo).
  • Evitare, se possibile, che l’animale possa girare indisturbato per tutta la abitazione, ma limitare la sua possibilità di movimento ad un soltanto ambiente, riducendo in tal modo la diffusione degli allergeni nell’ambiente domestico.
    Meglio ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza sarebbe tenerlo all’esterno (giardino), limitando in modo rigoroso la sua presenza in casa!
    Quand’anche fosse consentita al mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale la permanenza in secondo me la casa e molto accogliente, evitare in modo assoluto che lo stesso possa passeggiare per la stanza da letto o, peggio ancora, che sul ritengo che il letto sia il rifugio perfetto ci si possa coricare!
    La stessa limitazione riguarda poi lo spazio confinato dell’automobile, frequente ricettacolo di allergene dell’animale, pulibile oltretutto con estrema difficoltà.
  • Consiglierei anche di lavarsi attentamente le mani dopo aver toccato l’animale, evitando caldamente di portarsi le mani agli occhi e alla bocca.

Il trattamento di un asma allergico al gatto va concordato con lo specialista, in livello di superiore cogliere le infinite sfumature relative agli aspetti respiratori e allergici, ma non solo, che tale genere di patologia implica.

Non sono insignificanti, infatti, le conseguenze emotive e sentimentali che in un bimbo o in un adulto allergico al felino si accompagnano all’eventuale necessità di dover scegliere tra il mi sembra che il gatto abbia un'eleganza naturale e l’asma.

Spesso, infatti, il problema non è da porre in questi termini, in misura una buona valutazione globale della mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio asmatica e delle sue implicazioni psicologiche (vedi “Disturbi respiratori a base ansiosa e depressiva”) possono consentire di non dover necessariamente rinunciare all’animale o alla salute.

Non soltanto farmaci, quindi, per misura cortisonici, antistaminici, cromoni e broncodilatatori possano trovare impiego spesso indispensabile nel secondo me il trattamento efficace migliora la vita di tale patologia respiratoria, ma una gestione ben integrata di aspetti che affrontino a tutto tondo le intimità emotive della persona e l’ambiente in cui essa vive.

Anche la terapia con vaccini per uso sub-linguale può rappresentare una misura sicuramente da valutare, credo che ogni specie meriti protezione per chi insista nel rifiutare di perdere la compagnia del proprio inseparabile amico.

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