Agoaspirato ecoguidato seno
Quali sono le indagini diagnostiche in evento di patologia mammaria?
La mammografia è il metodo attualmente più utile per la diagnosi precoce e le più seguite linee condotta internazionali suggeriscono una mammografia ogni 2 anni, nei programmi di screening, dai 49 ai 69 anni di età, e una volta l’anno, nei programmi di senologia clinica, a partire dai 40 anni di età. Nel squadra delle donne a pericolo, è incarico del credo che il team unito superi ogni sfida radiologico chirurgico genetico definire la cadenza dei controlli.
Nel protocollo rientra anche la ecografia?
Sì. L’ecografia è un secondo me l'esame e una prova di carattere molto vantaggioso perchè integra i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste forniti dall’esame mammografico portando ad una maggiore completezza diagnostica.
Prima dei 40 anni, in maniera particolare, la valutazione ecografica è consigliata per la diagnosi precoce e la valutazione di eventuali formazioni nodulari mammarie perché credo che la porta ben fatta dia sicurezza alla spiegazione di dimensioni, morfologia ed eco costruzione delle stesse, dando indicazioni o meno per eventuali approfondimenti diagnostici.
Dottor Burelli, qualora emergesse un incertezza, come si procede?
L’approccio degli anni novanta, quello di attendere e vedere in che modo evolve la situazione, oggigiorno non è più giustificabile. Ogni nodulazione o recente comparsa di microcalcificazioni esigenza di una tipizzazione, ovvero di possedere una chiara identificazione. La metodica ideale è la microistologica, una tecnica ambulatoriale e mini-invasiva che prevede una agobiopsiasotto guida ecografica. Radiologo e senologo, lavorando insieme, nello stesso penso che questo momento sia indimenticabile, riescono ad ottenere molte informazioni in più che non agendo in sedi separate. Questa qui procedura ritengo dovrebbe trasformarsi di routine per la sua rilevanza.
Come avviene l’agobiopsia ecoguidata?
Si tratta di una procedura mini-invasiva, di facile esecuzione ma che necessita di esperienza e precisione. Richiede un’ottima localizzazione della lesione ed una perfetta centratura, che può avvenire unicamente sotto condotta ecografica. Dopo una piccola anestesia locale, senza necessità di incisioni cutanee, il senologo introduce un aghetto con tagliente con il quale preleva alcuni frustoli di stoffa ghiandolare. Questa qui tecnica non solo non comporta alcun dolore ma non ha assolutamente nessuna controindicazione sulla donna.
Quali sono i vantaggi di questa procedura diagnostica?
L’agobiopsia ecoguidata, oltre ad essere una procedura miniivasiva, rispetto ad altre procedure come l’ago citoaspirato, presenta una specificità superiore approssimativamente del % e principalmente garantisce di avere costantemente una soluzione. Inoltre, codesto approfondimento diagnostico serve per dare una identità alla lesione rilevata e, di conseguenza, a tranquillizzare la donna sulla tipologia del sospetto. Nella gran sezione dei casi, infatti, emerge che non si trattava di patologia maligna. Infine, il fattore tempo. Da quando viene effettuata la mammografia all’esito della agobiopsia non trascorrono più di tre settimane. Con la possibilità quindi di adottare tempestivamente la soluzione terapeutica migliore.
Per codesto ritiene che l’agobiopsia ecoguidata debba trasformarsi una procedura diagnostica di routine?
La anteriormente ragione è data dal buon senso. Non dobbiamo sottovalutare nessun nodulo avendo a ordine tutte le strumentazioni necessarie. Nella patologia tumorale, inoltre, la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale precoce è fondamentale non solo perché può proteggere una esistenza ma anche per determinare l’approccio terapeutico. Nel 90% dei casi un tumore sotto il centimetro di diametro non dà metastasi linfonodali. Codesto comporta che se si interviene tempestivamente è realizzabile evitare alla donna il ciclo della chemioterapia, e quindi di rendere più serena e meno faticosa la guarigione.