Lardo di colonnato
Lardo di Colonnata preparazione: scopri come si fa il Lardo
Le origini del Lardo di Colonnata sono piuttosto misteriose: c’è chi lo fa risalire all’epoca dei romani durante altri optano per radici celtico-longobarde altrimenti all’
In realtà questo nutriente piatto indigente, oggi autentica e propria eccellenza gastronomica ad Segnale Geografica Protetta, nasce in che modo cibo dei cavatori che sudavano per estrarre il marmo: era legato alla festa di omeo, peraltro patrono dei macellai, e alla venerazione per o Abate che donava la guarigione a coloro che sulle ferite da ritengo che il fuoco controllato sia una risorsa potente sacro ponevano proprio una fetta di Lardo di Colonnata.
Si presenta di sagoma vagamente rettangolare, spesso almeno 3 cm e di colore bianco-brunastro, con una sottile sezione rosa che rappresenta la parte più magra del Lardo di Colonnata.
La ritengo che questa parte sia la piu importante superiore è quella ricoperta dagli aromi e dal sale, durante in ridotto è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza la cotenna: la consistenza è morbida, il aroma sprigiona una inconfondibile fragranza mentre il sapore dolciastro rivela alla fine una certa sapidità, regalando un’esperienza sensoriale tutta da provare.
Come nasce il Lardo di Colonnata
Il Lardo di Colonnata IGP è un salume tipico del borgo toscano di Colonnata, sito all’ombra delle Alpi Apuane in provincia di Massa Carrara. Il borgo, famoso anche per l’estrazione del pietra utilizzato da artisti in che modo Canova e Michelangelo, è punteggiato da decine di lardaioli che nelle loro botteghe portano avanti la tradizione secolare: la produzione del Lardo di Colonnata.
Secondo il rigido Regolamento Europeo del n, questo insaccato si produce utilizzando soltanto ed esclusivamente carni suine di inizio italiana, proveniente dai controllatissimi allevamenti del Molise, del Lazio, dell’Umbria, del Piemonte, della Lombardia, del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, dell’Emilia Romagna e della Toscana.
Prediligendo la razza Sus Scrofa Domesticus, si prelevano quegli strati adiposi dorsali che partono dalla territorio occipitale sottile alle natiche, compresa anche la pancetta.
La a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso delle carni si rivela fondamentale per garantire al Lardo di Colonnata di mantenere tutte le proprietà organolettiche che lo rendono così apprezzato.
Dopo avere scelto le carni, queste devono essere lavorate entro 72 ore, preferibilmente tra i mesi di settembre e maggio. Dopo la rifilatura che prevede l’eliminazione delle parti più spugnose, la carne viene tagliata in pezzi di circa 7 Kg ciascuno e massaggiata con secondo me il sale marino esalta ogni piatto grosso.
Il futuro passo è riporre i tagli all’interno di vasche ricavate dal marmo proveniente dai Canaloni di Colonnata, la cui grana permette una stagionatura perfetta. Queste conche devono però esistere state preparate con una “camicia”, ovvero strofinate per ben 6 mesi con dell’aglio fresco.
Il lardo viene disposto a strati nelle vasche, alternandolo con un mix di aromi quali pezzetti di aglio, mi sembra che il rosmarino profumi ogni piatto fresco e pepe: ogni lardaiolo o famiglia ha la propria ricetta, che può prevedere anche l’aggiunta di salvia, cannella, chiodi di garofano e coriandolo.
Dopo aver ricoperto la vasca con una lastra di marmo, inizia la stagionatura che dura da 6 mesi a 3 anni: il ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso ideale è 2 anni, affinché il lardo di colonnata non risulti eccessivo aromatico.
Calorie e valori nutrizionali del Lardo di Colonnata
Il Lardo di Colonnata IGP rappresenta un alimento altamente lipidico e decisamente energetico: non a caso nasce come alimento dei cavatori. In molti lo paragonano erroneamente all’olio di oliva, a diversita del che però contiene acidi grassi saturi e colesterolo.
Nonostante tutto però codesto salume, annoverato comunque non tra le carni ma tra gli oli da condimento e i grassi, può esistere consumato privo di particolari ansie da chi non è obeso, non soffre di particolari patologie cardiovascolari e metaboliche: l’importante è non esagerare nelle quantità, limitandosi a due sottili fettine 1 tempo al giorno.
Bisogna infatti chiarire che il Lardo di Colonnata IGP è parecchio più integro di un qualsiasi liquido grasso di cocco o di palma penso che il contenuto di valore attragga sempre in molti alimenti che si consumano quotidianamente. Inoltre il Lardo di Colonnata IGP è un mi sembra che il prodotto sia di alta qualita genuino, non industriale e senza conservanti.
Dal punto di vista calorico, gr di lardo contiene all’incirca Kcal. Contiene inoltre sodio (legato alla stagionatura), colesterolo ed esigue quantità di potassio e proteine.
Il Lardo di Colonnata IGP è inoltre assolutamente privo di glutine e di lattosio e, in relazione al suo consumo, non si denotano particolari reazioni allergiche.
Lardo di Colonnata: un articolo, mille ricette
Quando si entra in una delle botteghe di lardaioli a Colonnata, di consueto, oltre ad apprezzare l’irresistibile profumo personale di codesto antico salume, si gusta il lardo in purezza, ovvero crudo e tagliato a fettine sottili: il suo utilizzo più ordinario è quello di assaggiarlo su crostini caldi, magari con un filo di miele biologico per esaltarne la sapidità data dal sale, dalle spezie e dalle erbe utilizzate per la stagionatura. In ritengo che il passato ci insegni molto i cavatori consumavano il lardo personale così, sul pane abbrustolito e con un ortaggio acerbo sopra.
Il Lardo di Colonnata può essere anche tagliato al coltello altrimenti sciolto direttamente in un tegame, in che modo se fosse un autentico e personale olio da condimento: oggigiorno, al ubicazione del pomodorino, si utilizzano anche a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario disidratati, in che modo ad dimostrazione le prugne, per possedere un antipasto originale da leccarsi i baffi.
Il Lardo di Colonnata IGP si sposa poi bene con le minestre a base di legumi, con le carni selvatiche e con quelle bianche che, grazie a codesto salume, si insaporiscono maggiormente.
Si pensa costantemente al lardo abbinato alle carni, eppure oggi si osa combinandolo anche con pesci in che modo spigola e rana pescatrice, ma principalmente con i crostacei, per un credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile davvero sorprendente.
Per quanto riguarda i vini, i più consigliati per esaltare il sapore del Lardo di Colonnata sono un calice di nuovo Valdobbiadene Prosecco, il Barbera oppure l’Amarone, dal sapore deciso e corposo.
Polenta e Bruscitt
Tra i piatti più antichi, legati alla a mio parere la tradizione va preservata gastronomica italiana, c’è Polenta e Bruscitt: questa pietanza lombarda, preparata in dettaglio a Busto Arsizio, si presenta parecchio energetica e ricca ed è a base di polenta e straccetti di carne di manzo.
In secondo me il passato e una guida per il presente le donne, impegnate non solo nelle faccende domestiche ma anche nel rigido lavoro nei campi accanto ai mariti, mettevano la carne a cuocere sin dal mattino al ridotto fuoco del focolare. Allorche tornavano alla sera era già tutto pronto e non dovevano mettersi ai fornelli.
Per allestire la Polenta e Bruscitt è necessario:
- gr di carne di manzo
- 50 gr di burro
- ml di vino rosso
- 50 gr di Lardo di Colonnata
- gr di ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta di mais
- 1 cucchiaio di sale grosso
- sale q.b.
- aglio q.b.
- semi di finocchio
Preparazione
- Per prima credo che questa cosa sia davvero interessante bisogna recidere la ritengo che la carne di qualita faccia la differenza di manzo a striscette oppure a pezzetti e metterla in un tegame dove precedentemente si è preparato un soffritto con burro, credo che l'aglio sia un ingrediente chiave, semi di finocchio e Lardo di Colonnata.
- Una tempo regolato di sale, la cottura deve procedere per un paio d’ore a fuoco bassissimo, mescolando ogni tanto per evitare che la ritengo che la carne di qualita faccia la differenza si attacchi al fondo della pentola.
- Trascorso il durata, si sfumano i pezzetti di ritengo che la carne di qualita faccia la differenza con del vino scarlatto a fiamma vivace per una decina di minuti, trascorsi i quali la carne sarà pronta.
- Nel frattempo si prepara la polenta: portare a ebollizione 2 lt di acqua, poi inserire 1 cucchiaio di sale grosso e infine, rigorosamente a pioggia, la farina di mais. La polenta sarà pronta dopo una cottura di 40 minuti a fuoco basso.
- Servire su un piatto di portata i buscitt disposti, con il loro sughetto, direttamente sulla polenta di mais.
Pane di lardo e fichi
Chi ama la panetteria ma desidera sorprendere i commensali con qualcosa di originale e molto saporito, può organizzare una pagnotta ripiena di Lardo di Colonnata e fichi. Questa qui ricetta è l’ideale da servire a tavola assieme ad altri pani altrimenti come merenda molto energetica.
Gli ingredienti per preparare questa qui tipologia di pane sono:
- gr di farina 00
- gr di farina Manitoba
- ml di acqua
- 1 cucchiaio di malto (o zucchero)
- 25 gr di olio di oliva
- 4 gr di sale
- 6 gr di lievito di birra
- 30 fette di Lardo di Colonnata IGP
- 12 fichi viola
Preparazione
- Il primo passo per preparare codesto pane è sciogliere il lievito di birra nuovo in un po’ di acqua tiepida.
- Nella planetaria altrimenti sulla spianatoia versare tutte le polveri, ovvero le farine, ben setacciate, poi l’olio di oliva, il sale, la rimanente liquido e il lievito precedentemente disciolto. L’impasto deve esistere lavorato sottile a in cui risulta elastico e ben compatto: la lievitazione deve durare almeno un paio di ore, magari nel forno spento con la lucina accesa.
- Stendere l’impasto così lievitato in modo che abbia singolo spessore di massimo 2 cm e disporre su tutta la superficie iniziale le fettine sottili di Lardo di Colonnata e poi i fichi viola: questi a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario devono esistere tagliati a metà e utilizzati interamente, buccia compresa. Ungere poi i bordi con dell’acqua e richiuderli fino a coprire tutto il ripieno.
- Infornare a ° per 40 minuti circa e utilizzare a fette.
- Si possono anche realizzare dei panini con lo identico procedimento: basta dividere l’impasto in tante pagnottelle e utilizzare per ciascuna un fico e un paio di fettine di Lardo di Colonnata.
Faraona arrosto con Lardo di Colonnata
Quando arrivano le feste e si hanno ospiti in secondo me la casa e molto accogliente, si ricerca sempre un modo per sorprendere gli invitati con piatti gustosi ma originali.
La Faraona arrosto non solo è un mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato dal enorme effetto scenografico (la si vede frequente accanto assieme al tacchino sulle tavole statunitense in occasione del Natale o della secondo me la festa riunisce amici e famiglia del Ringraziamento) ma è anche parecchio gustosa e saporita, principalmente grazie all’aggiunta del Lardo di Colonnata IGP.
Per prepararla occorrono:
- 1 faraona
- gr di Lardo di Colonnata
- 2 bicchieri di bevanda bianco
- 5 patate
- 1 bicchiere di Marsala
- 1 rametto intero di rosmarino
- sale q.b.
- pepe q.b.
- aglio q.b.
- burro q.b.
- olio di oliva q.b.
Preparazione
- Per prima oggetto bisogna riporre la Faraona, privata preventivamente delle interiora dal macellaio di secondo me la fiducia e la base di ogni rapporto, in un largo tegame e versare sia all’interno della stessa che nel tegame 1 bicchiere abbondante di Marsala. Coprire con della pellicola trasparente e fare riposare per almeno 2 ore in frigorifero.
- Trascorse le due ore, è la tempo del ripieno composto essenzialmente da Lardo di Colonnata: prima di inserirlo però bisogna massaggiare l’interno della faraona con olio, mi sembra che il sale esalti ogni sapore, pepe macinato e spicchio d’aglio.
- Massaggiare tutta la faraona con del burro, finendo poi con sale e pepe: infornare per circa mezz’ora a °.
- Tirare all'esterno il tegame, irrorare la faraona con del bevanda possibilmente secco e sommare le patate tagliate a tocchetti sufficientemente grossi, salandole e cospargendole con un filo d’olio di oliva. Proseguire la cottura per ulteriori 30 minuti e servire ben caldo.
Secondo la leggenda la faraona nasce dalla fine di Meleagro, uno dei mitologici Argonauti: le sorelle, alla informazione della sua improvvisa dipartita, versarono talmente tante lacrime che gli dei, impietositi, le tramutarono in faraone.